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Smart working, il monito del segretario generale della Uil Fpl Salerno, Donato Salvato: “Non va demonizzato e va confermato perché resta un’opportunità”

“Sullo smart working ci aspettiamo che almeno il 10% di quanto attuato per l’emergenza Covid-19 sia confermato. Deve essere un’opportunità per l’intera collettività e non deve essere visto come un modo per etichettare come lavativi i lavoratori della pubblica amministrazione. Sicuramente la situazione sarà più difficile nei piccoli Enti, ma ci auguriamo che a dare il buon esempio siano i grandi Comuni della provincia di Salerno. Su questo fronte Nocera Inferiore ha dimostrato grande professionalità”. Così Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno, interviene sull’utilizzo dello smart working dopo la fine dell’emergenza Covid-19 nelle pubbliche amministrazioni della Provincia. “Questo era un progetto che nel piano triennale 2017-2021 avrebbe dovuto portare diverse attività a svolgersi da remoto per molti Enti. La pandemia ha certamente accelerato i tempi, anche se il lavoro agile nasce per altri scopi come quello di tenere più libero le maestranze alle prese con handicap o problemi familiari”. Per Salvato, dunque, lo smart working non va esorcizzato ma valutato come risorsa. “Certamente in alcuni Enti funziona di più e in altri meno. In grandi città della provincia, come Nocera Inferiore, ha funzionato. Adesso però non va demonizzato ed etichettato come un modo per non lavorare. Allo stesso tempo non si può chiedere al dipendente pubblico una reperibilità di 12 ore a chi lavora in smart working. Il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, si augura che il 30% di quanto attuato resti confermato. Personalmente, mi auguro che già il 10% sia consolidato nelle nostre realtà. Bisogna ripartire da esperienze come Nocera Inferiore, dove lo smart working ha funzionato”.

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Campolongo Hospital, Malangone (Uil Fpl): «Voci infondate sulla chiusura, le attività sono tutte riprese»

La Uil Fpl smentisce la chiusura del Campolongo Hospital e assicura: «Tutto procede bene dopo l’emergenza». E’ il segretario Antonio Malangone a rispondere alle voci riguardanti la struttura di Eboli, tranquillizzando lavoratori, pazienti e famiglie: «E’ una delle poche strutture in Campania che nella fase post-Covid ha ripreso tutte le attività per le quali è accreditata al Servizio Sanitario Nazionale – puntualizza – Ci secca, ancora una volta smentire le fantasie di menti contorte, le quali non smettono di diffondere notizie di dubbia fonte, le quali ci portano a dubitare della professionalità e delle competenze di chi le scrive. La scorsa settimana, la direzione del Campolongo Hospital ci ha convocati per comunicarci i numeri della ripresa e per monitorare l’applicazione dei criteri del Fondo di Integrazione Salariale, strumento al quale l’azienda ha fatto ricorso per garantire, nella transitoria fase della ripresa, lo stipendio ai lavoratori». In quell’occasione, la direzione del presidio ha rassicurato i sindacati e i lavoratori «sull’equità della turnazione, e spiegato nel dettaglio i criteri attuativi dello stesso. Inoltre il direttore generale ha dichiarato che, qualora dovesse accelerare la ripresa, si accorcerebbero i tempi del Fis (fondo di integrazione salariale) per i lavoratori, e ci ha informato, di una comunicazione ricevuta da parte dell’Asl, la quale mette in discussione l’accordo di marzo tra Regione e Aiop Regionale. Tale accordo, sottoscritto il piena emergenza pandemia, prevedeva il sostegno delle strutture sottoscrittrici a ricoverare e trattare pazienti Covid positivi asintomatici e paucisintomatici, per non soffocare i posti letto nelle strutture pubbliche, le quali a loro vola venivano destinate per pazienti positivi bisognosi di cure o di terapie intensive». Da qui alla richiesta di un incontro ai vertici dell’Asl: «Riteniamo inopportuno non riconoscere prestazioni già effettuate, pretestuoso, non voler rispettare accordi che hanno garantito il diritto all’assistenza e alla guarigione di pazienti affetti da coronavirus. Di certo, ricordiamo all’Asl che questo accordo ha evitato, in caso di diffusione della pandemia, il collasso della Sanità Pubblica, così come avvenuto in tante Regioni d’Italia».

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Riorganizzazione post-Covid all’Asl Salerno, Malangone (Uil Fpl): «Le nostre richieste sono rimaste inevase, occorrono regole chiare per la sicurezza»

«La fase 2 per i dipendenti dell’Asl resta un’incognita». Ad affermarlo il segretario Uil Fpl Salerno, Antonio Malangone, che denuncia la mancata risposta alle richieste avanzate dal sindacato per la riorganizzazione delle attività. «Siamo stati disponibili a dare un contributo nel riprogrammare la partenza dopo la grave emergenza Covid-19 che, è bene ricordarlo, non è ancora superata completamente. Pertanto, in funzione anche del nuovo Dpcm, è necessario già da adesso trovare un diverso modello organizzativo, specialmente considerata la logistica degli uffici dell’Asl Salerno. Ripensare a come organizzare il lavoro al tempo del Coronavirus sarà il banco di prova della classe dirigente attuale. Punto di riferimento imprescindibile deve essere rappresentato dal “protocollo sulla sicurezza dei lavoratori della pubblica amministrazione”, siglato dal ministro della Funzione Pubblica e dalle parti sociali».

Le regole di sicurezza e distanziamento sociale, prosegue Malangone, rischiano di essere compromesse dall’affollamento degli uffici. «D’altronde il documento tecnico dell’Inail dà precise indicazioni in merito alle distanze tra le postazioni di lavoro, siano esse riferite agli uffici o alle sale conferenze, così come dà precise indicazioni sulla frequenze delle aree comuni. Obbligatoria è la ventilazione continua e la sanificazione di sedie e tavoli, così come obbligatoria dovrà essere la vigilanza dell’azienda sulla limitazione degli spostamenti. E’ auspicabile, nonché necessario, che il personale all’arrivo sul luogo di lavoro sia sottoposto a misurazione della temperatura ed abbia immediata disponibilità di soluzioni igienizzanti per le mani. Altrettanto auspicabile è che vengano eseguiti, su tutti i dipendenti, tamponi e/o test sierologici».