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“Volevo essere Lady Oscar”, emozioni al San Carluccio di Napoli

di Stefania Maffeo

“Volevo essere Lady Oscar” è un viaggio intenso e coinvolgente nel mondo femminile (e non solo), che cattura lo spettatore fin dall’inizio. Già dalla prima scena, in cui la protagonista si trova a dover rinunciare ai suoi amati biscotti, si comprende il tono della narrazione: un misto di ironia e critica sociale. Ad impedirle di cedere alla tentazione c’è il Diet Piggy, un maialino dietologo che grugnisce ogni volta che lei si avvicina al cibo, ricordandole che non può concedersi neanche un piccolo sgarro.

Non può, perché la società impone standard impossibili: una donna deve essere sempre impeccabile, in forma perfetta, con capelli ed unghie curate. Altrimenti rischia di essere messa da parte, esclusa da un sistema che esige la perfezione.

Lady Oscar Teatro

Il testo brilla per intelligenza e originalità, grazie alla bravura di Gigliola De Feo e di Ersilia Saffiotti, l’amica bionda capace di dialogare persino con i vulcani. Questo pensiero rimanda a Matilde Serao, con la sua capacità di dare voce all’anima della città e delle sue donne, ma anche al Vesuvio. La colonna sonora, curata dalla voce e dalla musica di Savio Arato, accompagna con grande armonia il racconto, amplificandone l’impatto emotivo.

L’ironia permea tutta la rappresentazione, regalando momenti di autentica ilarità. Ma la leggerezza si dissolve man mano, lasciando spazio ad una riflessione più profonda. Quando la protagonista legge il decalogo delle privazioni imposte alle donne, il sorriso si fa pensieroso. La libertà femminile resta ancora un traguardo lontano. E spesso, le prime nemiche delle donne sono proprio le donne stesse. Un’autocritica pungente che rende ancora più incisivo il messaggio dello spettacolo. Perché mentre gli uomini sanno allearsi, le donne fanno più fatica a creare una rete di sostegno reciproco.

Lady Oscar Teatro

Uno dei momenti più riusciti è la parodia di Beatrice, la donna angelicata della tradizione dantesca. Una satira esilarante in un dialetto toscano a dir poco brillante che mette in luce come, nell’arte e nella cultura, la figura femminile sia stata a lungo imprigionata in ruoli soffocanti ed irrealistici.

Profondamente toccante è anche il passaggio in cui Gigliola De Feo sottolinea, citando Nanni Moretti, che “le parole sono importanti”. La speranza è che termini come “Avvocata”, “Ministra” o “Notaia” diventino presto di uso comune, senza più sembrare forzati. E che i diritti non debbano più essere difesi con battaglie continue, ma siano finalmente riconosciuti come acquisiti.

Lady Oscar Teatro

Il ritmo dello spettacolo “Volevo essere Lady Oscar” è serrato ed incalzante, ma sa rallentare nei momenti più drammatici, rendendoli ancora più incisivi. La bravura della protagonista sta nel mantenere un perfetto equilibrio tra realtà e finzione, trasportando il pubblico in un universo teatrale che emoziona e lascia il segno.

Gigliola De Feo si è diplomata nel 2001 all’Accademia ‘Professione Cinema’ di Roma, sotto la direzione artistica di Giulio Scarpati e fino al 2008 é stata sua assistente didattica per l’insegnamento della materia ‘Lavoro sul personaggio: recitazione in presenza di macchina da presa’ presso la scuola ‘Percorsi d’Attore’ (Roma). 

Formatasi secondo il metodo Jacques Lecoq, si è dedicata inoltre alla didattica d’improvvisazione ed alle tecniche del “gioco” teatrale, insegnando anche come esperta esterna di Teatro in scuole pubbliche di vario ordine e grado. Interprete di cinema (“Cosí x caso”, “The warrior of light”), teatro (“Piccoli crimini”, “Simone che credeva nelle donne”, “Due miti come noi – la vera storia di Penny e Dido”, “06/05/38”) e TV (“Chiambretti c’è”, “Un posto al sole”, “7 vite”) ha vinto il premio della critica al 56 Festival internazionale del Cinema di Salerno come attrice protagonista del film Dogma#95 “Cosí x caso” (regia C. Ceriello) ed il Festival dello Spettacolo di Sorrento come attrice protagonista della commedia teatrale “Piccoli crimini”, per la regia di Luca Pizzurro. Attualmente dirige la Scuola di Recitazione Cinematografica e Teatrale “La falegnameria dell’attore” a Napoli.

Il teatro Sancarluccio, con la sua atmosfera intima ed accogliente, è stata la cornice perfetta per questo spettacolo. La regia tecnica di Gianmarco De Stefano e la scenografia sobria mettono in risalto la potenza della parola e l’intensità delle emozioni. 

“Volevo essere Lady Oscar” è uno spettacolo che non lascia indifferenti. È un invito a riflettere, a discutere ed a lottare per un mondo più giusto ed equo. Un mondo dove le donne possano essere libere di essere se stesse, senza dover rinunciare ai propri sogni ed alle proprie aspirazioni.