«Gli operatori sanitari che hanno perso la vita a causa del Covid sono come i caduti di guerra». Lo affermano i sindacalisti della Fials, che in una conferenza tenutasi al plesso Ruggi d’Aragona di Salerno hanno ribadito la proposta di un riconoscimento supplementare per le famiglie di medici e personale ospedaliero che hanno patito perdite dovute all’epidemia di coronavirus. All’incontro erano presenti il segretario provinciale Fials, Mario Polichetti, il segretario provinciale aggiunto, Armando Porcelli, e il segretario aziendale Vincenzo Caputo. «Stiamo lavorando da tempo in questa direzione – ha affermato il dottor Polichetti – Abbiamo iniziato sin dallo scorso 29 marzo, in piena epidemia, inviando una richiesta precisa per il riconoscimento alle vittime di Covid al presidente della Repubblica, nonché al presidente del Consiglio, al ministro della Sanità e, per competenza territoriale, al governatore della Regione Campania. Il problema che affrontiamo è assimilare due fattispecie: il caduto di guerra e il caduto a causa del Covid nell’ambito della sanità». Da Polichetti anche qualche osservazione sulla fase 3 all’ospedale di Salerno: «E’ ripreso tutto in assoluta tranquillità e normalità. Dobbiamo dire che noi operatori siamo stati capaci di gestire in maniera precisa il momento critico dell’epidemia e adesso ci stiamo rimettendo al lavoro, anche per cercare di ridurre i tempi di attesa, soprattutto per le attività temporaneamente sospese nel periodo di piena dell’epidemia. Ci vorrebbero più risorse in termini di personale ma è stato già importantissimo ripartire in fretta».
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di Stefania Maffeo
L’Associazione Ludoteche Nidi Insieme Campania, costituita per far fronte alle esigenze del settore a seguito della pandemia di Covid19 e tutelare le imprese che svolgono attività di servizi educativi, didattici e ludici per bambini, presieduta da Giada Ferraioli, interviene sul bonus babysitter per i nonni in difesa degli operatori del settore (gestori di nidi autorizzati, scuole dell’infanzia paritarie e private, ludoteche e servizi integrativi all’infanzia). L’Inps, con la circolare 73/2020, ha chiarito che nel caso dei nonni non conviventi non si applica il principio di carattere generale della presunzione di gratuità delle prestazioni di lavoro rese in ambito familiare. Quindi la nonna o il nonno possono essere remunerati con il voucher di valore massimo di 1200 euro da utilizzare fino al 31 luglio attraverso il Libretto famiglia (articolo 54–bis del Dl 50/2017).
“Il bonus babysitter era nato per salvaguardare gli anziani. Ora apprendiamo che viene esteso proprio ai nonni. Ma dov’è la coerenza? Proprio nelle Linee Guida si specifica che è preferibile che gli accompagnatori dei minori ai centri estivi abbiano un’età inferiore a 60 anni, a tutela della loro salute” si pone la questione l’educatrice e presidente Giada Ferraioli che continua: “Tante attività sono a rischio chiusura, altrettante non hanno riaperto. Come Associazione chiediamo che il bonus venga lasciato solo ai professionisti del settore che tanto hanno sofferto nel periodo emergenziale. Abbiamo combattuto per resistere perché i bambini possano tornare alla normalità e vivere in sicurezza i momenti a loro dedicati anche attraverso la quotidianità delle attività delle nostre strutture, con qualificato ed esperto personale, tanto importanti per la crescita psicofisica e per le relazioni sociali al di fuori dell’ambiente familiare”.
L’Alnic approfondisce anche il tema delle feste di compleanno. Nelle linee guida non vi è un preciso riferimento e le sale esclusivamente dedicate agli eventi sono in difficoltà. “In ristoranti, stabilimenti balneari o altre strutture all’aperto, tenendo conto delle dovute distanze ed evitando assembramenti, le ricorrenze private si possono festeggiare in compagnia di familiari ed amici, mentre per i locali al chiuso così non è. Chiediamo un protocollo specifico per la materia in oggetto per consentire alle strutture a noi affiliate, che si occupano di feste di compleanno, di poter garantire ai propri clienti informazioni certe e luoghi sicuri. Riceviamo molte richieste e non sappiamo cosa rispondere nel dettaglio” conclude la presidente Ferraioli.
Il coordinatore cittadino della Lega Salerno si dimette dal suo incarico. A comunicarlo, attraverso una nota ufficiale, il diretto interessato che punta il dito contro il partito: “Circa 4 anni fa ho aderito ad un progetto di territorialità, appartenenza e militanza quello in cui ho sempre creduto, ma purtroppo ad oggi debbo riscontrare che tutto ciò è venuto meno, non a caso anche io provenivo dal Centrosinistra ma sono entrato in punta di piedi e mettendomi in fila rispettando la militanza degli altri”. Santoro attenziona poi i nuovi ingressi che, sottolinea, “sono ben accetti” ma, aggiunge, non è così che si costruisce visto che in questo momento difficile per la Nazione e soprattutto per la nostra regione far entrare persone che fino a ieri ci hanno deriso e schernito dicendoci di tutto che entri a far parte di una squadra e venga addirittura candidato alle Regionali senza fare un percorso di militanza anche minima non è accettabile, senza il minimo rispetto per i territori”.
E ancora: “Pertanto prendo le distanze da tale soggetto politico perché vedo l’arroganza dei vertici senza neanche una dialettica interna, poiché eravamo abituati a discutere tutto ciò allo stato attuale non avviene mi vedo costretto a lasciare con grande rammarico e dico grazie a tutti coloro che mi hanno dato fiducia in questi anni”.
di Erika Noschese
La Lega, in provincia di Salerno continua a perdere pezzi. Dopo l’addio del sindaco di Roscigno, Pino Palmieri, ha lasciato il partito di Matteo Salvini anche Loredana Maraniello, coordinatrice cittadini di Sala Consilina che, nella giornata di ieri, ha comunicato le sue dimissioni attraverso una mail indirizzata al leader Matteo Salvini e alla Lega Salerno. La scelta della Maraniello sarebbe riconducibile a «insanabili divergenze e contrasti», come spiegato proprio dall’ormai ex coordinatrice cittadina di Sala Consilina. «La nuova gestione della Lega Salerno nulla ha a che vedere con la mission del partito e con i valori di territorialità e militanza, base della Lega a livello nazionale», ha detto Loredana Maraniello spiegando le motivazioni che l’hanno portata a rassegnare le dimissioni da coordinatrice cittadina.
Un protocollo d’intesa per promuovere e sviluppare azioni formative congiunte, cooperazione e ricerca tra Italia e Brasile. È quello che sigleranno oggi alle ore 15.00, presso il Palazzo della Provincia di Salerno e in teleconferenza con il Brasile, il Comune di Pollica, il Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi, la Provincia di Salerno, il Dipartimento Sviluppo e Cooperazione Italia Brasile e il Comune di Balneário Camboriú à Santa Caterina. A firmare l’accordo saranno il presidente della Provincia, Michele Strianese, il presidente del Dipartimento, Raffaele Palumbo, il sindaco di Pollica, Stefano Pisani, e il Direttore del Museo, Valerio Calabrese.
Il “Protocollo d’intesa per attività di alta formazione, cooperazione e ricerca del turismo e della economia del Mar”, avente validità triennale, ha lo scopo di elevare la competitività del sistema culturale, gastronomico e turistico del Comune brasiliano, migliorando le competenze, la professionalità e la capacità di conduzione scientifica nei settori strategici, come l’economia del mare e del turismo. Questo grazie a percorsi formativi altamente professionalizzanti, per esportare il “modello Cilento”, dall’accoglienza ai dettami e ai prodotti della Dieta mediterranea, in una prospettiva di integrazione nel contesto sociale e culturale europeo e internazionale.
Per effetto del protocollo, saranno predisposte azioni a cadenza annuale. Tra queste, la certificazione di una catena di ristoranti aderenti alla Dieta mediterranea nel Comune di Balneário Camboriú; un ciclo di lezioni aziendali e universitarie su corsi e opportunità di scambio in Italia; un’analisi comparativa internazionale tra imprenditori brasiliani e italiani. E ancora, corsi di ospitalità integrati (superyacht e crociere) a Balneário Camboriú; business round con piccoli produttori bio; business round e azioni specifiche per il trasferimento di tecnologia e soluzioni nelle città intelligenti; incrocio tra aziende italiane e brasiliani che intendono investire nei reciproci mercati.
La sottoscrizione di questo protocollo dimostra ancora una volta come il modello italiano e mediterraneo stia diventando sempre più un riferimento a livello internazionale, da applicare anche a contesti lontani geograficamente e culturalmente.
Nel pomeriggio di sabato 27 giugno u.s., gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile – Sezione Falchi hanno tratto in arresto per violenza sessuale A.G., cittadino nigeriano di anni 38, senza fissa dimora ed irregolare sul territorio italiano. L’uomo, nella centrale via Parmenide, aveva seguito a piedi una ragazza salernitana di 18 anni, palpeggiandola e tentando poi di aggredirla. La urla di spavento della giovane consentivano di richiamare l’attenzione di alcuni passanti che si prodigavano bloccando l’aggressore. Immediatamente intervenuti sul posto, gli agenti dei Falchi fermavano ed accompagnavano il giovane nigeriano negli uffici della Questura per l’identificazione e gli adempimenti di rito. Dagli accertamenti effettuati, emergeva che l’uomo era stato già tratto in arresto pochi giorni prima, il 25 giugno, dai Carabinieri di Sarno per il reato di violazione di domicilio, atti osceni in luogo pubblico e violenza sessuale nei confronti di un’altra donna a San Valentino Torio e registrava a proprio carico un ordine di espulsione dal territorio nazionale da parte del Questore di Salerno. Dopo le formalità di rito, lo straniero veniva tratto in arresto e condotto presso il carcere di Salerno – Fuorni, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che nella giornata di ieri convalidava l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere dell’uomo, attesa la gravità e la recente recidiva del reato.
Amfetamine e pasticche prodotte in Siria dall’Isis per finanziare il terrorismo sequestrate al porto di Salerno. Il valore della droga, trovata dalla Guardia di Finanza di Napoli a Salerno in 3 container, è di oltre un miliardo di euro. Il quantitativo di stupefacente è ingente: 14 tonnellate di amfetamine, 84 milioni di pasticche con il logo “captagon”, prodotte in Siria dall’Isis per finanziare il terrorismo. È noto che Isis finanzia le proprie attività terroristiche anche e soprattutto con il traffico di droghe sintetiche, prodotte in gran parte in Siria, diventata per questo motivo negli ultimi anni il primo produttore mondiale di amfetamine. La droga nel porto di Salerno era nascosta in cilindri di carta per uso industriale e macchinari costruiti in maniera tale da impedire agli scanner di individuare il contenuto. Dopo il sequestro, le Fiamme gialle hanno trasferito i container in un luogo attrezzato per procedere all’ispezione interna, con l’ausilio di tecnici specializzati e con la preziosa collaborazione della Sezione antifrode della Agenzia delle Dogane di Salerno. I cilindri di carta, alti circa 2 metri e del diametro di 140 centimetri – verosimilmente costruiti in Germania – sono stati congegnati in multistrati in grado di celare allo ‘scanner’ il contenuto, riposto negli strati interni, di circa 350 kg di pasticche per ogni cilindro. Il risultato rappresenta il più grande sequestro di amfetamine a livello mondiale. È stato effettuato in esecuzione di un apposito decreto emesso dalla procura della Repubblica di Napoli – Direzione distrettuale antimafia. L’operazione è maturata nell’ambito di una complessa attività d’indagine delegata al Gico nei confronti di un’organizzazione con proiezioni internazionali dedita all’importazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Dopo il periodo di lockdown, dovuto all’emergenza epidemiologica da coronavirus, sono state, infatti, intensificate le attività di contrasto nello specifico settore. Quanto alla destinazione finale, è verosimile che sia coinvolto un ”consorzio” di gruppi criminali, sia per il valore totale delle spedizioni, sia per la distribuzione sui mercati di riferimento (85 milioni di pasticche possono soddisfare un mercato di ampiezza europea). L’ipotesi è che durante il lockdown, dovuto all’emergenza epidemiologica mondiale, la produzione e distribuzione di droghe sintetiche in Europa si sia praticamente fermata e quindi alla ripresa molti trafficanti, anche in consorzio, si siano rivolti alla Siria, la cui produzione invece non pare aver subito rallentamenti. Sono in corso ulteriori indagini per l’individuazione dei responsabili che, proprio in relazione all’ingente quantitativo sequestrato, potrebbero operare per conto di un “cartello” di clan di camorra in grado di commercializzare le sostanze in ambito internazionale. Il captagon viene smerciato in tutto il Medio Oriente ed è diffuso sia tra i combattenti per inibire paura e dolore sia tra i civili perché non fa sentire la fatica. Prodotta inizialmente soprattutto in Libano e diffusa in Arabia Saudita negli anni ’90, questa sostanza stupefacente è ricomparsa nei covi dei terroristi – come ad esempio nell’attacco al Bataclan di Parigi nel 2015 – ed è perciò stata soprannominata la “droga dell’Isis” o la “droga della Jihad’’.
LE REAZIONI
“Complimenti alla Guardia di Finanza che ha smantellato non un “semplice” traffico di stupefacenti e dunque di morte, ma una delle principali vie di finanziamento del terrorismo. Coi soldi incassati grazie a questa droga l’Isis finanziava le sue azioni militari contro l’Occidente e magari proprio contro i nostri soldati. L’Italia e la Campania sono chiuse e devono essere chiuse ai trafficanti di morte”, ha dichiarato Severino Nappi, esponente della Lega in Campania.
“L’operazione di Salerno che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di droga è doppiamente importante: non solo per il colpo inferto al traffico di stupefacenti ma anche per la probabile finalità di sostegno al terrorismo internazionale. Complimenti alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Dogane per lo straordinario successo”. Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Un prodotto iconico, emblema del “Made in Italy” e simbolo di appartenenza, in un legame inscindibile tra il mare e la città di Salerno: nasce così RARI MASK, la linea di mascherine ufficiali della squadra di pallanuoto maschile RARI NANTES NUOTO SALERNO in Serie A1, realizzata da DADINI Jewels.
Il senso della sfida, il superare se stessi e andare oltre i propri limiti, lo sforzo, la tenacia, il non arrendersi mai, aspirando sempre a nuovi traguardi: ancora una volta tutti i valori dello sport incrociano l’arte e la bellezza, in una collaborazione che si amplia e si intensifica tra la Rari Nantes Nuoto Salerno e il brand campano DADINI, ideato dalla designer salernitana Alessandra Sessa.
«Il brand Rari Nantes si affida a DADINI. Così abbiamo lanciato la RARI MASK, un oggetto da indossare, un accessorio al pari di una cravatta, in diverse declinazioni: una mascherina spiritosa, con i “cornicelli” portafortuna, o più elegante con fondo blu e loghi, o ancora più divertente con i simboli e i colori della squadra, tutte disegnate per gli appassionati e i tifosi giallorossi, bambini ed adulti, in esclusiva per lo store e le piscine Rari Nantes Nuoto Salerno», sottolinea il presidente Enrico Gallozzi.
RARI MASK riflette così il senso di appartenenza alla città che pervade l’intera collezione. Un’identità che si fonda su radici antiche e riconosce oggi la Rari Nantes come patrimonio del territorio.
«L’aspetto identitario è talmente forte nella Rari Nantes da includere nel nostro nome la città di Salerno – insiste il presidente Gallozzi – La nostra storia parte nel lontano 1922, quando un gruppo di sportivi decise di associarsi, spinto dallo stesso amore per il mare, stringendo un legame fortissimo con il tessuto cittadino. Tra 2 anni festeggeremo il centenario. La nostra è una realtà che si tramanda nel tempo, con l’unico obiettivo di gareggiare portando Salerno sul tesserino FIN. Agli esordi le gare si svolgevano in mare, oggi siamo passati in piscina, ma lo spirito è lo stesso, come sottolinea la locuzione latina Rari Nates riportata dall’Eneide: “pochi valorosi combatterono la furia del mare in tempesta”. Ecco, noi siamo quei valorosi che affrontano e combattono le ostilità del mare e insegniamo agli altri, ai bimbi, ad amarlo, a conviverci, nel rispetto dell’habitat naturale e degli oceani. Si impara a stare a galla, poi si migliora lo stile, si cresce e chi ha spirito agonistico riesce a far parte delle sezioni giovanili, con l’aspirazione di arrivare a giocare nella prima squadra. Siamo ancorati con radici profonde al golfo di Salerno, ma siamo anche come i rami di un grande albero che abbracciano ed aiutano a salire verso la cima. Siamo mare. DADINI, che nelle sue creazioni si ispira ai colori della costiera, sposa benissimo la nostra visione».
Le RARI MASKS, in linea con lo stile delle mascherine DADINI, sono realizzate in doppio strato, in Tnt e in 100% cotone, lavabili e riutilizzabili, ad uso non medico, realizzate rigorosamente a mano nell’ottica della valorizzazione della tradizione e del recupero dell’artigianalità.
Simbolo, soprattutto, di rinascita, di una terra che vuole ripartire dai suoi talenti, dopo l’emergenza Covid. Così come la squadra pronta a ripartire con slancio, dopo l’ingresso dello scorso anno nella massima serie, il campionato A1 di pallanuoto maschile, tra i 14 team più forti d’Italia.
“Ci sentivamo come Davide contro Golia. Ci siamo avvicinati al campionato con un duplice stato d’animo: con l’umiltà di essere gli ultimi arrivati, ma anche con lo spirito temerario con una classifica da scalare. Siamo stati molto sostenuti dalla città – evidenzia il presidente Enrico Gallozzi – ancora ricordo i brividi quando la nostra squadra si è presentata sotto la curva dei tifosi della Salernitana. Ci hanno esaltato, incoraggiato, perché entrambe le società portano Salerno in giro per l’Europa. Poi il lockdown ha interrotto il campionato. Da metà agosto riprenderanno gli allenamenti, abbiamo atleti straordinari dal punto di vista tecnico e umano. Come squadra e come brand siamo pronti allo slancio”.