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Retribuzioni al minimo, caserma di Persano verso lo sciopero

Retribuzioni al minimo, pronti allo sciopero i lavoratori della caserma di Persano. La mobilitazione è stata annunciata nei confronti dell’azienda Ladisa, che insieme all’Althea gestisce il servizio mensa all’interno della struttura per conto del ministero della Difesa. A scatenare il malcontento dei lavoratori, la situazione degli stipendi troppo bassi, ulteriormente peggiorata con l’emergenza Covid. «Abbiamo ripetutamente richiesto alla Ladisa, azienda che occupa più dipendenti tra le maestranze di Persano, un incontro sulle problematiche azienda – spiega Angelo Rispoli, segretario provinciale della Fiadel – Siamo in presenza di una violazione contrattuale, con i lavoratori che ricevono retribuzioni da fame e una situazione che si è accentuata a seguito del ricorso alla cassa integrazione per l’emergenza Covid. Ormai la situazione è insostenibile, non ci si può trincerare dietro le mura della caserma per violare i diritti dei lavoratori. Abbiamo chiesto un incontro in prefettura per avviare la procedura di raffreddamento dei conflitti». Appello dunque al prefetto di Salerno, Francesco Russo, affinché le parti trovino una soluzione condivisa. In alternativa, ci sarà un inasprimento della protesta. «Se non arriva la convocazione, i lavoratori saranno costretti a scioperare e ci dispiace molto per i militari, che avranno sicuramente un enorme disagio».

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Terzo giorno di mobilitazione per gli operai de “La Fabbrica”, con protesta davanti alle Cotoniere

Gli operai de “La Fabbrica” continuano a protestare chiedendo un incontro con il governatore Vincenzo De Luca. Resta occupato il centro commerciale questa mattina per il terzo giorno di mobilitazione delle maestranze. Con monte orario ridotto e stipendio al minimo, i lavoratori continuano a esporre uno striscione eloquente: «Vergogna». «Questa protesta non può passare nel silenzio generale. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, che si era fatto da garante per mediare con la famiglia Lettieri – spiega Pietro Galdi, delegato Fiadel – Ci ha detto che avrebbe fatto lui da mediatore con il prefetto, invece nessuno si è più fatto sentire, nessuno ci ha chiamati. Intanto siamo stati messi di nuovo in cassa integrazione, nonostante abbiamo lavorato a maggio e giugno per delle ore non retribuite, per non parlare degli assegni familiari non saldati e della quattordicesima che ci sarebbe spettata a luglio. A questo punto invochiamo l’intervento dell’ex sindaco, ora governatore, Vincenzo De Luca, che meglio di tutti conosce la situazione». Angelo Rispoli, segretario provinciale della Fiadel, aggiunge: «Ma il prefetto di Salerno viene pagato con i soldi degli italiani per stare in vacanza tutto l’anno e non prende nemmeno una decisione per questi lavoratori? La situazione sta pesando sulle spalle di tutti gli operai. Il problema va risolto subito, interpellando la famiglia Lettieri che prima ha stretto accordi con il Comune di Salerno, con due varianti urbanistiche, e poi li ha dimenticati».

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“La Fabbrica”, presidio itinerante degli operai tra Comune di Salerno e Cotoniere. «Siamo disperati e senza soldi, vogliamo incontrare De Luca»

Caos “La Fabbrica”, protesta al Comune di Salerno degli operai che chiedono un incontro con il governatore Vincenzo De Luca. Con monte orario ridotto e stipendio al minimo, i lavoratori hanno manifestato sotto i portici, ai piedi di Palazzo Guerra, esponendo uno striscione eloquente: «Vergogna». Hanno puntato il dito ancora una volta contro la proprietà, per poi spostarsi dinanzi alle Cotoniere e continuando il presidio, nella speranza di far valere i diritti negati. «Nelle scorse settimane abbiamo incontrato il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, che si era fatto da garante per mediare con la famiglia Lettieri – spiega Pietro Galdi, delegato Fiadel – Ci ha detto che avrebbe fatto lui da mediatore con il prefetto, invece nessuno si è più fatto sentire, nessuno ci ha chiamati. Intanto siamo stati messi di nuovo in cassa integrazione, nonostante abbiamo lavorato a maggio e giugno per delle ore non retribuite, per non parlare degli assegni familiari non saldati e della quattordicesima che ci sarebbe spettata a luglio. A questo punto invochiamo l’intervento dell’ex sindaco, ora governatore, Vincenzo De Luca, che meglio di tutti conosce la situazione». Angelo Rispoli, segretario provinciale della Fiadel, aggiunge: «La situazione sta pesando sulle spalle di tutti gli operai. Il problema va risolto subito, interpellando la famiglia Lettieri che prima ha stretto accordi con il Comune di Salerno, con due varianti urbanistiche, e poi li ha dimenticati».

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Interpretazione errata della busta paga, lavoratore vince in Tribunale e viene rimborsato da Salerno Pulita

Salerno Pulita condannata a rimborsare un lavoratore, la soddisfazione del sindacato che incalza: «Si proceda alla riunificazione dei contratti». Il dipendente in questione aveva fatto causa alla società affinché gli venisse riconosciuto un compenso maggiore in relazione all’orario e alla mole di lavoro, sostenendo una interpretazione restrittiva da parte di Salerno Pulita a danno del personale. Le sue motivazioni sono state accolte dal giudice, che ha condannato l’azienda al pagamento di 5mila euro. «Questo dimostra che sulle buste paga abbiamo ragione – afferma Angelo Rispoli, segretario della Fiadel Salerno, che ha seguito tutta la vicenda – Attendiamo l’esito dei procedimenti per gli altri lavoratori che hanno fatto causa alla società. Ringraziamo l’avvocato Ignazio Ardizio, che ha difeso il nostro iscritto, e il magistrato Eduardo Bucciarelli che ha avuto coraggio, tenendo conto unicamente delle ragioni del lavoratore. Inoltre speriamo di mettere un po’ di sale in zucca a Salerno Pulita, per non arrivare a un contenzioso». Rispoli ricorda la questione dei 25 lavoratori che dal settore pulizie sono passati a quello ambientale, facendo le stesse mansioni ma con un contratto meno remunerativo. «Ci chiediamo perché non si proceda a una riunificazione del contratto, dato che quello per il settore ambientale è prevalente in Salerno Pulita. Confidiamo nel nuovo amministratore, dato che purtroppo i suoi predecessori non hanno accettato questo ragionamento. Vorremmo che questi elementi prevalessero nella trattativa, e che si giungesse a miti consigli prima di arrivare nelle aule di tribunale. Noi siamo sempre aperti al dialogo e non allo scontro».

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Sciopero Salerno Pulita, la Fiadel non aderisce: «Iniziativa controproducente, c’è già un accordo per la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno»

 

«Su Salerno Pulita c’è già un accordo, diciamo no agli scioperi inutili». L’affondo della Fiadel riguarda la mobilitazione proclamata dal sindacato autonomo Filas per il prossimo 11 febbraio, della durata di 24 ore, e che riguarderà i servizi di spazzamento strade e raccolta differenziata. «Una scelta controproducente, in quanto è stata già firmata un’intesa con la società per la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno entro marzo – sottolinea Angelo Rispoli, segretario Fiadel – Il nostro sindacato, da solo, scioperò nel 2017 denunciando la gravità della situazione in cui versavano i lavoratori interinali di Salerno Pulita, dichiarando in maniera esplicita che quei lavoratori non erano più interinali da anni ma bensì lavoratori a tempo indeterminato come tutti. I fatti ci hanno dato ragione: oggi noi, che eravamo visionari, abbiamo assistito alla trasformazione di tutti i rapporti da interinali a fissi e così deve avvenire per i lavoratori a tempo parziale». L’imperativo, prosegue Rispoli, è evitare una guerra tra poveri: «Non c’è antagonismo tra la salvaguardia dell’occupazione nel settore pulizie e nella trasformazione a tempo pieno nei settori ambientali (spazzamento e raccolta), infatti solo con un preciso piano aziendale riusciremo a consolidare l’occupazione riducendo lo straordinario ed a garantire l’occupazione per tutti». Venerdì 14 febbraio, ricorda il segretario Fiadel, è previsto un confronto che avrà per oggetto le stesse ragioni alla base dello sciopero: «Riteniamo questa azione inutile e dannosa, e soprattutto, siamo certi in buona fede, si offre il fianco ad un’ondata di speculazioni che stanno attaccando lavoratori e società, molto probabilmente con il chiaro intento di privatizzare. Facciamo appello alla Filas ed ai dipendenti tutti di fare un passo indietro».