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Eparina per curare il coronavirus: in attesa del vaccino, sembra avere un’efficacia decisiva

BARI – La resurrezione sembra vicina. Per chi crede, è una speranza perpetua che si rinnova. Per la scienza è una prospettiva che necessita di indiscutibili evidenze empiriche. Ma, dopo la via crucis (e decine di migliaia di morti) una luce fulgente si scruta nel tunnel. La molecola di… Dio ha un nome: si chiama eparina. Non è un nuovo farmaco, è un conosciuto anticoagulante dal costo irrisorio, ma, a quanto pare, dall’efficacia decisiva nella lotta contro il Sars-CoV-2. Fluidificante del sangue, previene la formazione di coaguli sanguigni anomali. Sono, infatti, i trombi gli alleati più preziosi della Covid-19, secondo le rilevazioni degli specialisti italiani dopo le prime autopsie effettuate sui cadaveri infetti.

AUTOPSIE L’uovo di Colombo si è schiuso a poche ore dalla Pasqua in alcuni ospedali italiani dopo essere stato tenuto in quarantena. Nessuno osava toccarlo, visto che il nuovo Coronavirus è catalogato tra i patogeni di livello 4 in quanto a pericolosità (al pari di ebola). Ma è scandagliando il corpo umano che anatomopatologi, su suggerimento di altri specialisti (cardiologi, neurologi), hanno fatto una scoperta che potrebbe cambiare clamorosamente lo scenario: «Il problema principale non è il virus – spiegano gli specialisti in continuo contatto con altri medici italiani (Milano, Brescia, Pavia, Bergamo, Napoli, Palermo) che in questa fase sperimentale preferiscono manetenere l’anonimato – ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Il problema è cardiovascolare, non respiratorio. La gente va in Rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto (ma non solo) polmonare (sono attesi anche gli esami autoptici sul cervello, ndr). Molti morti, anche quarantenni (ecco spiegati presumibilmente i decessi di persone giovani, ndr), avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. L’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Non era facile capirlo perché i segni delle microembolie apparivano sfumati, anche all’ecocardio».

COCKTAIL Il cocktail che potrebbe sconfiggere definitivamente il morbo è costituito appunto da anti-infiammatori («la letteratura scientifica, soprattutto cinese, affermava fino a metà marzo, che non bisognava usarli») e anti-coagulanti, una miscela che potrebbe farci tornare molto presto alla normalità. «La nostra – spiegano gli ambienti della ricerca – è la più ampia casistica mondiale, poiché i cinesi hanno pubblicato praticamente quasi nessun report sulle autopsie». Ma gli studi sono comunque agli albori. Gli anatomopatologi hanno chiesto di procedere soprattutto per investigare i decessi di pazienti relativamente giovani, e altrimenti sani, aggiungendo quanti più dati possibili circa la data di esordio dei sintomi, le eventuali comorbilità, le terapie effettuate, il sistema di supporto di ossigeno, il passaggio in terapia intensiva, per capire quanto ci sia di pregresso nei polmoni disastrati esaminati e spiegarsi alcuni reperti anomali. Ma le terapie a base di eparina, di fatto in corso da qualche giorno, anche prima del via libera dell’Agenzia italiana del farmaco, hanno acceso l’entusiasmo (ma senza abbandonare la necessaria prudenza). «Non vorremmo sembrare eccessivi – chiariscono i ricercatori – ma crediamo di aver dimostrato la causa della letalità del Coronavirus. Se così fosse non servono le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire, queste tromboembolie. Serve a poco ventilare un polmone dove il sangue non arriva. L’efficacia del trattamento terapeutico, poi, ci induce a ritenere che sia questo il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono (come registrato anche dalla Gazzetta – ndr). Sta diventando una malattia curabile a casa. Per me si potrebbe tornare alla vita normale e riaprire le attività commerciali. Insomma, basta con le attuali restrizioni. Non subito, certo. Ma molto presto».

PROTOCOLLO Il prossimo passo è adottare ufficialmente i protocolli terapeutici già seguiti. Anche a Bari un gruppo di medici sta preparando un documento da sottoporre agli organi istituzionali. «La causa principale dell’aggravamento di una parte dei pazienti, fino a rendere necessario il ricovero nelle terapie intensive, sembra in effetti essere una attivazione potente del sistema coagulativo del sangue. In poche parole sembrerebbe che il virus scateni una reazione infiammatoria piuttosto intensa da parte dell’organismo, che a sua volta produrrebbe un danno delle cellule che rivestono i piccoli vasi sanguigni. Il danno, né più né meno di quando ci procuriamo una ferita, scatena la reazione coagulativa del sangue. Naturalmente, essendo il virus diffuso in larghe parti del nostro organismo, il tutto determinerebbe una microtrombosi diffusa. Le terapie in atto sembrerebbero fornire già ottimi risultati, che sarebbero ancora più importanti se questa terapia fosse instaurata precocemente, all’inizio del decorso. Già in molti ospedali di tutta Italia si sta iniziando ad operare in tal senso e la pratica si sta diffondendo anche a livello territoriale perché i pazienti con i sintomi iniziali della patologia da Covid-19 potrebbero tranquillamente essere seguiti a domicilio riducendo drasticamente sia il numero dei ricoveri sia soprattutto l’incidenza di quelle severe complicanze che portano il paziente in terapia intensiva e spesso a morire».

RESURREZIONE Dopo la… passione e la morte, c’è sempre una resurrezione. Il momento di abbassare guardia e mascherine non è ancora giunto. Ma il ritorno all’abbraccio potrebbe essere più vicino di quanto si pensi grazie alla molecola di… Dio. Poi, ci vorrà un altro miracolo. Ma stavolta non saranno medici e ricercatori a essere in prima linea. Sconfitto il Sars-CoV-2, sarà il momento di far ripartire il Paese. E qui ci vorranno santi politici navigatori (e navigati).

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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Covid, più di 90 le persone positive in Campania

 

Sono più di 90 le persone positive al Coronavirus in Campania. Lo rende noto la protezione civile regionale durante il consueto bollettino giornaliero. Nello specifico, all’ospedale Cotugno di Napoli sono stati esaminati 662 tamponi di cui 34 risultati positivi; all’ospedale Ruggi di Salerno sono stati esaminati 350 tamponi di cui 14 positivi; all’ospedale Sant’Anna di Caserta sono stati esaminati 73 tamponi, nessuno positivo; all’Asl di Caserta presidi di Aversa e Marcianise sono stati esaminati 54 tamponi di cui 2 positivi; all’ospedale Moscati  di Avellino sono stati esaminati 76 tamponi, nessuno dei quali positivo; all’ospedale San Paolo di Napoli sono stati esaminati 96 tamponi di cui 3 positivi;​ presso la Federico II sono stati esaminati 84 tamponi di cui 2 positivi; all’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno sono stati esaminati  506 tamponi di cui 34 positivi; all’ospedale di Nola sono stati esaminati 41 tamponi, di cui 7 positivi; all’ospedale San Pio di Benevento sono stati esaminati 75 tamponi di cui 2 positivi; all’ospedale di Eboli sono stati esaminati 64 tamponi di cui nessuno risultato positivo.​ In totale su 2.081 tamponi analizzati 98 sono risultati positivi.

Totale complessivo positivi Campania: 3.442.

 

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Covid, controlli serrati per Pasqua e Pasquetta

 

Ancora un caso di Covid19 a Pontecagnano Faiano. Lo ha comunicato il sindaco Giuseppe Lanzara spiegando che si tratta di una donna anziana, allettata per altri problemi di salute ma la positività al Coronavirus almeno per ora non sembra aver aggravato la situazione. In totale sono dunque 13 le persone contagiate a Pontecagnano Faiano; quest’ultimo caso è riconducibile ad uno dei precedenti individuati. “La mappatura funziona e le misure di prevenzione adottate dalle famiglie dei contagiati sono una buona speranza per il futuro”, ha dichiarato il primo cittadino sottolineando che numerose sono le persone in quarantena, monitorati quotidianamente dalle forze dell’ordine. “Dobbiamo evitare di rilassarci e attenzionare al massimo, ognuno di noi deve fare la propria parte”, ha aggiunto il sindaco.

Firmata dunque l’ordinanza che rafforza le restrizioni già presenti e impone ai cittadini di restare a casa. Uscire solo per necessità impellenti, per acquistare generi di prima necessità e limitare le uscite il più possibile. La polizia municipale sarà in campo – così come i carabinieri – nei giorni di Pasqua e Pasquetta. “Controlleremo tutti, giardino per giardino e quartiere per quartiere”, ha detto ancora il primo cittadino. Per quanto riguarda gli animali da compagnia, possono essere portati fuori ma solo a 200 metri dal portone di casa. Inoltre, si potrà uscire di casa solo muniti di guanti e mascherine, già da domani mattina.

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“Intensificare i controlli”, il sindaco Napoli chiede l’esercito in città

Il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, unitamente all’Assessore all’Urbanistica e Mobilità Mimmo De Maio ed al Comandante della Polizia Municipale Antonio Vecchione, hanno partecipato alla riunione del Comitato Provinciale Ordine Pubblico e Sicurezza presieduta dal Prefetto di Salerno Francesco Russo. La riunione, che si è svolta con il metodo della call-conference, è servita ad elaborare un piano di azione finalizzato ad aumentare i controlli sul territorio da subito. Le prossime giornate pasquali rischiano di accentuare le uscite ingiustificate moltiplicando i rischi di contagio.

“La Polizia Municipale – dichiara il Sindaco Vincenzo Napoli – metterà in campo una vera e propria task force dedicata ai controlli pedonali ed automobilistici. Saranno eseguiti controlli minuziosi per stroncare movimenti inutili e persino gli assembramenti che abbiamo verificato nelle ultime giornate. Non è il momento di abbassare la guardia. Rischiamo di vanificare i sacrifici fino ad oggi compiuti da tutti i salernitani per fronteggiare il diffondersi della pandemia. Sono i giorni decisivi per vincere tutti insieme questa battaglia. Ho rinnovato la richiesta formale di rafforzare l’organico e la presenza dell’Esercito a presidio anche della nostra città”.

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Covid, sette tamponi positivi al Ruggi

Unità di Crisi Regionale per la realizzazione di misure
per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologia da COVID-2019.

Decreto P.G.R.C. n°45 del 06.03.2020​

+++ CORONAVIRUS, IL BOLLETTINO +++

L’Unità di Crisi della Regione Campania comunica che sono pervenuti i seguenti dati:

– Ospedale Cotugno di Napoli: 287 tamponi di cui 35 positivi;
– Ospedale Ruggi di Salerno: 113 tamponi di cui 7 positivi;
– Ospedale Sant’Anna di Caserta: 102 tamponi, di cui 2 positivi;
– ASL di Caserta presidi di Aversa e Marcianise: 20 tamponi, di cui 1 positivo;
– Ospedale Moscati di Avellino: 49 tamponi di cui 1 positivo;
– Ospedale San Paolo di Napoli: 77 tamponi di cui 27 positivi;
– Azienda Universitaria Federico II: 66 tamponi di cui 1 positivo;
– Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: 387 tamponi di cui 6 positivi;
– Ospedale San Pio di Benevento 61 tamponi di cui 5 positivi;
– Ospedale di Eboli: 91 tamponi di cui 5 positivi. In totale, i positivi di oggi, in Campania, sono 90 su 1253 tamponi analizzati.

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Il Coronavirus strappa alla vita Antonio De Pisapia, lutto a Cava de’ Tirreni

Non ce l’ha fatta Antonio De Pisapia, medico cavese che stava combattendo da una decina di giorni la sua personale battaglia contro il coronavirus, purtroppo non ce l’ha fatta. La notizia ha immediatamente avuto vasta eco in città per la popolarità della sua figura professionale. Il dottore De Pisapia era conosciuto da tantissimi cavesi per il suo tratto gentile e umano, ma anche per la sua completa disponibilità e sincera generosità, che lo ha sempre distinto e fatto sentire ai suoi pazienti non il medico di famiglia ma uno di famiglia. Medico e specialista in odontostomatologia, Antonio De Pisapia, Antonello per gli amici, avrebbe compiuto la prossima settimana 64 anni. La salma sarà trasferita nella mattinata di domani al Cimitero di Cava de’ Tirreni.

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Covid19, anziana morta a Pastena, il cordoglio del sindaco Napoli

Ad oggi la città di Salerno conta 54 contagiati. Lo ha annunciato il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli secondo cui “tutti costoro e le loro famiglie sono curati ed assistiti nel pieno rispetto dei protocolli medici e di isolamento loro e dei soggetti che con loro abbiano avuto contatti. Le famiglie in quarantena ricevono servizi speciali per la spesa, le cure mediche, la raccolta differenziata dei rifiuti”. Intanto, procede, coordinato dall’Assessore all’ambiente Angelo Caramanno il programma di sanificazione delle strade cittadine e delle zone antistanti i supermercati.

È attivo il servizio di supporto psicologico telefonico per la cittadinanza.
“Con l’Assessore Dario Loffredo è stato definito un programma di sostegno alle imprese e commercianti che si aggiunge al poderoso programma varato dal Presidente De Luca”, ha aggiunto Napoli. Intanto la città di Salerno piange la sua seconda vittima a causa del Coronavirus. Si tratta di un’80enne ricoverata al Ruggi d’Aragona. Le sue condizioni di salute sono peggiorate e il suo cuore ha smesso di battere.

“Esprimo cordoglio – dichiara il Sindaco Vincenzo Napoli – per i due concittadini morti a causa del Coronavirus. Un abbraccio alle famiglie. La nostra gratitudine a tutti coloro che si stanno prodigando per combattere la pandemia. Apprezzo il senso civico dei concittadini. Il numero  di contagiati relativamente basso rispetto alla popolazione residente è un segnale incoraggiante. I sacrifici fatti finora stanno dando i  primi risultati. Adesso però è il momento di non mollare. Comincio a notare rilassamenti e troppa gente in giro senza motivo. Faremo una stretta nei controlli ma la salute nostra e dei nostri cari dipende in primo luogo da noi. Restiamo a casa, rispettiamo le Ordinanze Nazionali firmate dal Premier Conte  e quelle del Presidente della Regione Campania De Luca in alcuni casi saggiamente e necessariamente più restrittive. Se ciascuno farà la sua parte, ne usciremo presto”.

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Coronavirus, ancora un contagio a Pontecagnano Faiano

Dodicesimo caso di Coronavirus a Pontecagnano Faiano. A comunicarlo il sindaco Giuseppe Lanzara che solo poche ore fa è stato  contattato dall’unità di crisi della Regione Campania proprio per comunicare il dodicesimo caso positivo al Covid-19.

La signora contagiata è legata ad un precedente caso e, infatti, nei giorni scorsi era stata messa immediatamente in quarantena. Ora è ricoverata ma le condizioni non destano preoccupazione.

“La signora è anziana e, purtroppo, è stata contagiata a causa della negligenza di qualcuno – ha detto il sindaco Lanzara – Continuoa ripetere che bisogna restare in casa, continuo a ripetere che bisogna utilizzare tutte le precauzioni del caso e immaginare che ogni nostro spostamento, anche breve, può essere causa di un possibile contagio”.

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Coronavirus in Campania, De Luca annuncia un piano economico da 500 milioni di euro

 

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con il contributo delle proposte pervenute da istituzioni locali, gruppi politici, organizzazioni sociali, sindacali e imprenditoriali, istituzioni bancarie, il volontariato e le organizzazioni religiose – ha definito il piano socio economico della Regione Campania contro la crisi, stanziando oltre 604 milioni. È quanto si legge in una nota della Regione Campania.

Tra le misure principali assunte dalla Regione si segnala: contributo alle famiglie con disabili; pensioni al minimo portate a 1.000 euro per due mesi; contributo di 2.000 euro alle imprese commerciali, artigiane e industriali; bonus a professionisti e lavoratori autonomi; bonus alle aziende agricole e delle pesca; 30 milioni per il comparto del turismo.

https://www.facebook.com/vincenzodeluca.it/videos/2569256723392334/

Le misure di sostegno per le politiche sociali potranno contare su oltre 270 milioni di euro e prevedono, tra l’altro, interventi a sostegno di persone in stato di difficoltà (compresa integrazione economica per due mesi per le pensioni al di sotto dei 1.000 euro); azioni di sostegno ai servizi socio-assistenziali sul territorio; interventi per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari; ulteriori azioni per le persone immigrate negli insediamenti informali del Basso Sele, di Castel Volturno e comuni limitrofi.

Ma anche misure di sostegno per il diritto allo studio; potenziamento servizi sociali mediante anticipazione risorse agli ambiti territoriali; interventi a favore delle famiglie con figli al di sotto di 15 anni. In particolare, tra le misure di maggiore rilevanza e con impatto immediato, si segnala quella relativa al sostegno straordinario a favore dei pensionati titolari di pensioni sociali e di assegni sociali (75.665 persone): nei mesi di maggio e di giugno prossimi, a tutti i pensionati che percepiscono dall’Inps un importo mensile inferiore a 1.000 euro la Regione Campania erogherà un contributo tale da garantire i 1.000 euro al mese. Poiché l’importo medio mensile erogato dall’Inps a questi soggetti è pari a 497 euro, la Regione Campania coprirà mediamente i restanti 503 euro. Oltre 220 milioni saranno invece destinati alle misure di sostegno alle imprese, ai professionisti-lavoratori autonomi e alle aziende agricole e della pesca.

 

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Europa dentro o fuori. E’ cominciata una nuova guerra

 

EUROPA DENTRO O FUORI. Segnatevi questi numeri: 3700 e 30mila. Più avanti capirete perché siano importanti e  perché, psicologicamente, potrebbero indurre la Germania ad avere un atteggiamento ancora ostruzionistico nei confronti dei Paesi più in difficoltà come l’Italia.

In questi giorni scanditi dalla Pandemia crescono più gli interrogativi che le risposte, più le aree buie che le spiegazioni. Allora partiamo da qualche numero omogeneo e cerchiamo di comprendere cosa stia accadendo. Le cifre le prendiamo dalla piattaforma della Johns Hopkins University, la dashboard che ci permette di fornire un minimo di omogeneità ai numeri che ci vengono propinati. 

Al primo posto di questa classifica ci sono gli Stati Uniti, che, con una popolazione di 327 milioni hanno, fino ad oggi, contato 157mila contagiati e 2880 morti. Tolta la Cina, che, per ora sembra essere riuscita ad arginare i contagi, i numeri peggiori arrivano proprio dall’Europa.

L’Italia, con 60 milioni di abitanti ha totalizzato 101mila contagiati e 11.591 morti. La Spagna, 47 milioni di popolazione, ha 85mila infetti e 7340 morti. La Francia, 61 milioni di abitanti, 45mila infetti e 3030 decessi. Il Regno Unito, 67 milioni di persone, 22mila contagiati con 1410 deceduti. E poi la Germania. 83 milioni di abitanti, 64mila contagiati, 560 decessi. A leggere questi numeri cos’è che salta immediatamente all’occhio?

La Germania ha un rapporto tra decessi e contagiati che è in assoluto il più basso rispetto a qualunque altro. L’Italia ha superato il 10%, la Spagna ci sta avvicinando a passo spedito. Gli Stati Uniti sono all’1,7% ma anche loro in forte crescita, stesso discorso per Francia e Inghilterra.

Ricordate i primi ricoveri nel nostro Paese?

Tre allo Spallanzani di Roma, una coppia di cinesi ed un italiano. Come stanno? Come sta il paziente 1 di Codogno? Stanno tutti bene. Tutti guariti. Sono guariti nonostante non sia stata trovata una terapia adeguata, nonostante non ci sia ancora un vaccino. Sono guariti perché hanno avuto le cure e l’assistenza adeguate. Non è stato un caso. Allo Spallanzani di Roma c’erano tanti medici ed infermieri preparati che si sono potuti dedicare ai loro ammalati con le giuste attenzioni, con le adeguate protezioni. Quando l’epidemia ha cominciato a far sentire ancor più forte i suoi effetti, la saturazione dei posti letto in ospedale ha fatto esplodere i livelli di mortalità e di fatalità. La media, all’inizio era identica a quella degli altri Paesi, fino a che la crisi da sanitaria non è diventa crisi della sanità.

E qui tornano in gioco i due numeri iniziali. Ma partiamo dal primo, da 3700.

In Italia negli ultimi anni, sono stati tagliati 25mila posti letto ospedalieri. Secondo i dati Ocse, prima che scoppiasse la Pandemia, i tagli avevano portato i letti in terapia intensiva a circa 3700 in tutto il Paese. Oggi per fortuna se ne stanno recuperando altri, ma con ritardi e difficoltà non semplici da gestire. Con l’ondata arrivata negli ospedali il sistema è saltato, saturato da una quantità di persone impossibile da curare. A nulla sono valse le buone predisposizioni di medici ed infermieri, lasciati colpevolmente senza protezioni, mascherine o quant’altro fino ad oggi. Questa carenza esiste ancora nonostante che, dallo scoppio dell’epidemia, siano passati 40 giorni. In realtà molti ospedali non attrezzati per la virologia sono diventati essi stessi centri di contagio. Inaccettabile.

La Spagna sta seguendo la stessa sorte dell’Italia ed ha una situazione peggiore dal punto di vista dei numeri della sanità (ICU) rispetto all’Italia. E’ per questo che la curva di infetti e morti è cresciuta tanto anche nella penisola iberica?

La Francia? Ha circa 5.000 (ICU) posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche. Il capo della Federazione per l’ospedalizzazione privata del Paese ha annunciato mercoledì che le cliniche private avrebbero aperto almeno 4.000 posti letto in terapia intensiva per rafforzare la risposta del sistema sanitario nazionale. La Francia ha capito l’antifona e non è un caso che si stia schierando con l’Italia, rompendo l’asse con la Germania, per favorire aiuti finanziari ed emissioni di Bond europei.

E la Germania? Qui torna in gioco il secondo numero, 30mila. Già, perché mentre in Italia e nel sud Europa c’erano tagli su tagli anche al settore sanitario, in Germania, attenti e previdenti, a differenza di noi, gli investimenti sulla sanità sono stati consistenti tanto che alla vigilia di questa Pandemia i posti letto in terapia intensiva, dati Ocse, erano quasi 30mila – un numero che giustifica perché il tasso di letalità in Germania sia così basso rispetto agli altri.

Questa situazione mette la Germania in condizioni di privilegio assoluto rispetto a qualunque altro Paese europeo.

Questa Pandemia che ha bloccato l’Italia e che sta bloccando la Spagna, non può essere considerata un elemento di valutazione da contesto economico. Non può e non deve essere trasformata in una guerra commerciale.

Tuttavia è quello che rischia (senza volerlo?) di diventare. Ogni settimana che passa in più il nostro Paese, ma anche la Spagna ad esempio e probabilmente anche Francia ed Inghilterra tra poco, potrebbero essere in grosse difficoltà. L’Italia ha la miglior manifattura mondiale, abbiamo prodotti straordinari che rischiano di non trovare più mercato o addirittura di esser prodotti.

Questa Europa non può e non deve ritardare gli aiuti economici.

Sono previste altre due settimane di discussione? Quanti danni genereranno al “Sistema Italia”? Speriamo che qualcuno non pensi di poterne approfittare.

E tra un paio di settimane quanto saremo deboli?  Avremo bisogno di aiuti che non possono essere quelli forniti alla Grecia con la Troika. Qui non ci sono banche che falliscono, né aziende incapaci, qui c’è un sistema economico tra i più solidi al mondo, se non fosse per tante scelte politiche scellerate. Qui c’è una causa esterna a bloccare le attività. E’ come se uno o più stati europei fossero stati attaccati. Gli altri avrebbero il dovere di aiutarli. Il dovere della cooperazione e non della Troika.

Ed a proposito di Troika. Chi l’ha guidata fino a poco tempo fa? Non c’era quella signora che a capo del Fondo Monetario Internazionale ha gestito tutto il processo greco e che ora guida la Bce? Non c’era la francese di ferro Cristine Lagarde?  In Grecia erano fortemente coinvolte banche tedesche e francesi che sono state tutelate da un salvataggio pagato dal popolo ellenico con sacrifici infiniti.

l’Italia non è la Grecia. La Pandemia è una variabile esterna. Se lo ricordi la Lagarde. Lei che con una dichiarazione, che ai più è risultata inspiegabile, ha scatenato il “domino negativo” sui mercati finanziari ed ha messo sotto pressione il debito pubblico italiano e spagnolo.

Possiamo pensare che la dichiarazione della Lagarde fosse quella di una folle incapace o immaginiamo che fosse in grado di capire, di intendere e di volere e di sapere cosa sarebbe accaduto ai mercati finanziari e quale spallata avrebbero ricevuto Italia e Spagna? Basta con quest’austerità. Questa signora è il caso che si dimetta dal ruolo che non merita di occupare.

Attenzione. Non voglio dire che sia tutta colpa degli altri. Noi ci abbiamo messo del nostro. La confusione italiana è stata troppo grande in questi ultimi due mesi. La comunicazione, le decisioni prese, le modalità d’applicazione. Se l’Europa ci risponde “Picche” c’è tanta della nostra colpa. Noi ai loro occhi sembriamo le cicale, loro le formiche. Noi spendiamo e scialacquiamo, loro lavorano, risparmiano ed investono anche sulla sanità. Insomma, in questi ultimi anni, ci abbiamo messo tanto del nostro e magari hanno proprio ragione. Non sono stati fatti progetti, investimenti, neanche sulla sanità, sui giovani, sulle scuole, sui valori.Il debito pubblico lo abbiamo generato noi. In un’ Europa “sbagliata”, costruita su una valuta senza basi fiscali comuni, abbiamo scelto noi di entrare. Questa crisi l’abbiamo gestita male noi, all’interno del nostro Paese. L’abbiamo gestita con superficialità iniziale e con eccessi successivi. Ed ora c’è chi, forse, si trova nella condizione di approfittarne. Se questo è il pensiero che sfiora, allora quest’Europa non la si può considerare tale. Ma noi, ripetiamocelo, abbiamo fatto di tutto per renderla più forte contro di noi.

Consapevoli del pericolo e del vuoto di potere che viviamo in queste ore Mattarella ha alzato la voce. Ma è arrivata l’ora di decisioni più forti.

Qui non c’è più tempo.

Due settimane non le abbiamo. Ci vorrebbe un miracolo. Una terapia, un vaccino. Un uomo forte come Draghi? Altre soluzioni diverse?

In due settimane siamo certi che le famiglie meno abbienti, senza lavoro e senza stipendio possano andare avanti? E le aziende? E la sanità? E la psiche di molti di noi? Se questa è l’Europa cooperante, se è quella Olandese allora mandiamola a quel paese.

Noi siamo l’Italia. Tiriamo fuori gli attributi.

Stringiamo i denti. Un anno? Due? Tre? Cinque anni?

Ma poi dimostriamo a tutti chi siamo, quali prodotti abbiamo, quale forza umana, imprenditoriale, produttiva, qualitativa.

Noi siamo l’Italia.

Dimostriamo a questi burocrati cosa siamo in grado di fare, con loro o senza. Il Parmigiano, la pizza margherita, le sfilate di moda, i mobili più belli del mondo, le linee avvolgenti delle nostre auto, i monumenti, la cultura, l’industria della rubinetteria, della bullonistica, della ceramica, dell’oreficeria ce le abbiamo noi. Insieme a tanto altro. Pensiamo ai nostri mari, alle montagne, alle cucine, alla gastronomia, alla bellezza, alla capacità di fare le cose con amore.

Noi siamo l’Italia.

Se questa Europa non ci vuole, costruiamone un’altra migliore. E spazziamo via le nubi che altri vogliono imporre su di noi. Anzi, spazziamo via anche loro, ma con la forza del nostro essere unici. Una volta per tutte.