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Attualità

Il Piano regionale da 908 milioni: i dettagli di ogni singola misura e le modalità per attuarle

La Campania ha adottato un Piano di emergenza che si basa su misure integrate e su larga scala incentrate su quattro pilastri:
1) protezione sociale alle fasce più fragili della popolazione;
2) sostegno alle microimprese che operano nei settori maggiormente colpiti dai provvedimenti di lockdown ed ai professionisti/lavoratori autonomi;
3) protezione dei lavoratori;
4) sostegno alle politiche abitative.
Il “Piano per l’emergenza socioeconomica”  fornisce risposte alla crisi nell’immediato, mediante la
mobilitazione di più di 908 milioni di euro di fondi comunitari, nazionali e regionali, che vanno a finanziare le specifiche misure di sostegno.

http://www.ancicampania.it/wp-content/uploads/2020/04/opendoc.pdf-1.pdf

http://www.ancicampania.it/wp-content/uploads/2020/04/allegato-dgr-171.pdf

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A casa di Attualità

“A casa di…”. Da Rai2 incontro con la professoressa Petolicchio de “Il Collegio”

di Stefania Maffeo

Quinto appuntamento con “A casa di…”. nuovo format di approfondimento in diretta live Facebook e You Tube. Ai tempi di distanziamento sociale un’iniziativa periodica per un riavvicinamento social. In questa puntata un’amabile chiacchierata con la professoressa Maria Rosa Petolicchio, docente di matematica e scienze nella vita e nel reality su Rai2 “Il Collegio” per fare il punto sul rapporto tra giovani, scuola e didattica nel periodo di emergenza Coronavirus.

Ecco l’intervista.

https://www.facebook.com/WebTv360/videos/1366940560163939/

 

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A casa di Attualità

Coronavirus, “A casa di…”. Incontro con il Comandante PM di Pontecagnano Faiano

di Stefania Maffeo

Quarto appuntamento con “A casa di…”. nuovo format di approfondimento in diretta live Facebook e You Tube. Ai tempi di distanziamento sociale un’iniziativa periodica per un riavvicinamento social a partire con un’amabile chiacchierata con il capitano  Francesco Lancetta, Comandante della Polizia Municipale di Pontecagnano Faiano per fare il punto sui controlli legati all’emergenza Coronavirus in sinergia con il Maresciallo Fabio Laurentini della locale stazione dei Carabinieri, ed il Tenente Colonnello Andrea Sarica, Comandante Settimo Nucleo Elicotteri Pontecagnano.

Ecco l’intervista.

https://www.facebook.com/WebTv360/videos/248028966242766/

 

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Attualità

Covid, sette tamponi positivi al Ruggi

Unità di Crisi Regionale per la realizzazione di misure
per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologia da COVID-2019.

Decreto P.G.R.C. n°45 del 06.03.2020​

+++ CORONAVIRUS, IL BOLLETTINO +++

L’Unità di Crisi della Regione Campania comunica che sono pervenuti i seguenti dati:

– Ospedale Cotugno di Napoli: 287 tamponi di cui 35 positivi;
– Ospedale Ruggi di Salerno: 113 tamponi di cui 7 positivi;
– Ospedale Sant’Anna di Caserta: 102 tamponi, di cui 2 positivi;
– ASL di Caserta presidi di Aversa e Marcianise: 20 tamponi, di cui 1 positivo;
– Ospedale Moscati di Avellino: 49 tamponi di cui 1 positivo;
– Ospedale San Paolo di Napoli: 77 tamponi di cui 27 positivi;
– Azienda Universitaria Federico II: 66 tamponi di cui 1 positivo;
– Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: 387 tamponi di cui 6 positivi;
– Ospedale San Pio di Benevento 61 tamponi di cui 5 positivi;
– Ospedale di Eboli: 91 tamponi di cui 5 positivi. In totale, i positivi di oggi, in Campania, sono 90 su 1253 tamponi analizzati.

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Attualità

Alimenti scaduti nel pacco alimentare, la denuncia

 

Alimenti scaduti nel pacco alimentare concesso alle famiglie in difficoltà. A denunciarlo Monica Riccio, una donna di Pontecagnano Faiano che, attraverso i social, racconta la sua disavventura. “Ho ricevuto una comunicazione dal nostro sindaco per avere alimenti. E’ stata una bella iniziativa ma c’è sempre un però – racconta la donna – Mi hanno portato, ieri, pasta, brioches, frutta, tonno, olio. E io sono sempre una persona che controlla sempre la data di scadenza. Due pacchi di brioches scaduti”, racconta la donna che non risparmia accuse agli organi interessati. “Voi mangereste pasta andata a male?”, si chiede la donna denunciando che anche la pasta era andata a male. “Non esiste, questo non significa aiutare ma distruggere e non posso dare cibo scaduto ai miei figli”. La donna racconta inoltre di essere disoccupata ma di avere anche le spese per l’affitto di casa e “signor sindaco Lanzara non so se lei è al corrente di questa situazione ma date cibo non scaduto alle famiglie che volete aiutare”.

Immediata la replica di Roberto Tuorto, direttore del Banco Alimentare Campania. “Una organizzazione fatta da tanti volontari (a quanto pare considerati criminali?) che gratuitamente danno il loro tempo per recuperare prodotti da distribuire alle persone come lei. O meglio per donare gratuitamente questi prodotti a persone bisognose. Non spendiamo soldi pubblici per fare la spesa, non intaschiamo soldi pubblici per arricchirci. Chiediamo solo alle aziende di donare le eccedenze alimentari (che non sono riuscite a vendere) perché possano aiutare chi vive nel bisogno.

Chiediamo piccoli contributi per pagare la benzina dei furgoni con cui facciamo il ritiro presso queste aziende e poi portiamo il cibo in tutti i comuni della Campania. Sa, i furgoni non si spostano senza benzina. Per il resto, gratuitamente riceviamo e gratuitamente doniamo”, ha dichiarato il direttore che sottolinea come la data di scadenza sia relativa solo ai prodotti freschi. I prodotti a lunga conservazione (compreso le merendine che ha ricevuto) hanno sulla confezione il “preferibilmente entro” e, per legge, possono essere consumati tranquillamente anche dopo tale data. Peraltro c’è proprio la proroga dell’azienda produttrice che la rassicura. “A quelli che scrivono: è successo altre volte… rispondo: certo!!! E succederà ancora. Perchè questo è il nostro lavoro e perchè la legge lo consente.

Infatti è arrivato per tutti, anche per noi e vista la crisi che arriverà, il tempo di evitare che prodotti buoni vengano considerati scaduti… come per “ignoranza” (nel senso non offensivo ma letterale del termine) ha fatto lei e tanta gente che ha commentato con altrettanta rabbia questo suo video. Anche se avesse comprato queste merendine due mesi fa e, lasciate nella credenza, dopo qualche mese avrebbe verificato il superamento della data, non andrebbero buttati ma consumati tranquillamente. Va fatto da tutti noi. Per evitare lo spreco e salvare cibo buono dall’ambiente”, ha poi aggiunto Tuorto che rivendica l’impegno quotidiano contro lo spreco e contro la fame cercando di evitare proprio quello che lei ha fatto: considerare prodotti ancora ottimi come prodotti “scaduti”.

E poi si difende dalle accuse: “Ad ogni modo ci dispiace che con questo suo video ha mandato in un istante alla malora con rabbia e irriconoscenza tutto il lavoro che gratuitamente facciamo per portare, anche nella sua casa, quello che recuperiamo. I soldi, a cui fa riferimento qualche altro scienziato che ha commentato il suo video, arriveranno dal Governo e saranno dati direttamente alle famiglie per la spesa e non certo al Banco Alimentare che non mangia e non ha mai mangiato i soldi di nessuno.

Vede, mentre lei fa i suoi video, io e tanti miei amici volontari rischiamo in questo momento la vita a girare per aziende e supermercati con guanti e mascherine per far arrivare il cibo anche a lei, mettendo a repentaglio anche i nostri cari quando torniamo alle nostre case. Lo fanno anche gli amministratori e i volontari impegnati nella distribuzione che magari potrebbero anche loro stare al riparo nelle loro case”. E ancora: “Se fosse per la sua ingratitudine, sicuramente non ne varrebbe la pena. Ma non lo facciamo per vanagloria. Sappiamo che il nostro tentativo è del tutto insufficiente. Ormai siamo tutti abituati a criticare. Vede, se anche nostro figlio scrive dieci parole su una pagina e una la sbaglia, il nostro occhio va sempre su quella sbagliata. Non sulle nove scritte bene. Siamo fatti così. Anche lei infatti, su 20 prodotti ricevuti è andata in escandescenza per un prodotto non “scaduto” ma che aveva superato il TMC e su sei carciofi. Tutto il resto non conta. Certo se fosse andata al supermercato e li avesse comprati manco faceva il video. Andava al supermercato a farseli cambiare. Se riceviamo qualcosa in regalo, cioè gratuitamente, almeno per educazione diciamo grazie e poi magari, se il regalo non ci è piaciuto, lo mettiamo da parte”, ha poi aggiunto il direttore del Banco Alimentare.

https://www.facebook.com/monikaecarlo/videos/10207094349312910/

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Attualità

Montecorvino Pugliano: Il Sindaco Chiola annuncia l’acquisto di 50 “Rapid Test Cassette”

di Stefania Maffeo

Montecorvino Pugliano avrà i suoi kit rapidi da Covid19”. L’annuncio arriva direttamente dal Sindaco Alessandro Chiola. In un video pubblicato sui propri canali social, il primo cittadino ha confermato l’acquisto di 50 “Rapid Test Cassette” dopo un incontro con il dottor Nicola Trotta, responsabile del centro che effettuerà lo screening.La fornitura arriva a Montecorvino Pugliano grazie alla collaborazione con il locale polo medico “Vitruvio Medic Center”.

Il “rapid test” è di facile utilizzo, bastano poche gocce di sangue e il riscontro visivo arriva dopo pochi minuti consentendo ai medici di conoscere subito la presenza del Covid 19 nel paziente da avviare successivamente a tampone definitivo. Si tratta di un prodotto attendibile e sicuro che è stato iscritto al registro del ministero della Salute.  Il test, effettuato in armonia con il vigente protocollo sanitario nazionale e regionale, verrà fatto a quei cittadini che presentano i sintomi del Coronavirus, a cui l’Asl non ha ancora provveduto ad effettuarlo. L’esame avverrà dopo il parere favorevole del medico di base che rimane punto naturale di raccordo per tutte le operazioni di controllo.

“Attualmente per fortuna sul territorio di Montecorvino Pugliano non sono presenti cittadini positivi al Covid-19” – spiega il Sindaco Alessandro Chiola. “Attraverso questo test rapido vogliamo tranquillizzare tutte quelle persone che sono in attesa di sottoporsi al tampone, ma che non hanno ancora ricevuto riscontro da parte degli organi sanitari. L’esame potrà essere eseguito solo e soltanto dopo il via libera da parte dell’Asl Salerno e non potrà essere effettuato da tutta la popolazione. Si tratta di un controllo di prevenzione e contenimento della pandemia. Un importante passo avanti che supporta sul territorio le misure di prevenzione alla lotta alla diffusione del Covid19” conclude il Primo Cittadino Chiola.

 

 

 

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Attualità

Giffoni Valle Piana: Il Sindaco Giuliano annuncia l’acquisto di 500 “Rapid Test Cassette”

“Giffoni Valle Piana avrà i suoi kit rapidi da Covid-19”. L’annuncio arriva direttamente dal Sindaco di Giffoni Valle Piana Antonio Giuliano. In un video pubblicato sui propri canali social, il primo cittadino ha confermato l’acquisto di 500 “Rapid Test Cassette”, in arrivo nella prossima settimana da un’azienda di diagnostica del Nord Italia. Il dispositivo non è da intendersi né per uso “point of care” né per uso autodiagnostico ma servirà per poter intervenire immediatamente e valutare casi sospetti da Covid-19.

“Come massima autorità sanitaria ho deciso di accelerare per l’acquisto di questi test perché fondamentali per prevenire ed isolare in tempi brevissimi i casi sospetti da Covid-19 – ha dichiarato il Sindaco Antonio Giuliano -. Dopo una lunga attività di ricerca di azienda diagnostiche italiane, abbiamo ricevuto la conferma dell’ordine. Si tratta di un grande risultato per tutta l’Amministrazione ma soprattutto permetterà maggiore tranquillità all’intera comunità giffonese”.

I test, come sottolineato dal Sindaco Antonio Giuliano, verranno gestiti dalla massima autorità sanitaria di concerto con i medici di base, pediatri e farmacia. Verranno sottoposte al test inizialmente le forze dell’ordine, i volontari della Croce Rossa e gli operatori sanitari presenti sul territorio, così come i cittadini che, previa autorizzazione dei medici di base, potranno sottoporsi alla verifica se considerati caso sospetto.

 

 

 

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Attualità

Coronavirus, fuga dal Nord in treno verso la Campania: viaggiatori fermati e denunciati

Qualcuno ha anche pianto alla stazione Centrale di Milano quando si è visto respingere alla partenza dei treni diretti a Salerno e Napoli perché non ha passato i controlli diventati più stringenti dopo le recenti direttive che limitano gli spostamenti. I passeggeri, non molti alle partenze questa mattina dopo il nuovo decreto del governo, sono stati sottoposti a rigorose e approfondite verifiche dell’autocertificazione e dei documenti e anche a quelli della temperatura corporea.

Una decina, complessivamente, quelli che non avevano i requisiti sono stati fermati e denunciati. In mattinata c’era stata anche la telefonata tra il premier Conte e il governatore Vincenzo De Luca, durante la quale il presidente della giunta regionale della Campania aveva chiesto una stretta sui controlli per evitare l’esodo verso la Campania che potrebbe causare ulteriori forme di contagio. Nelle stesse ore, il ministro dell’Interno aveva firmato un decreto che impediva di lasciare i Comuni di residenza senza motivi urgenti.

Controlli straordinari sono in corso alla stazione ferroviaria di Napoli Centrale sui passeggeri in arrivo dal Nord. Tre, in particolare, i convogli all’attenzione degli agenti di polizia ferroviaria che si avvalgono dell’assistenza di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), della Protezione Civile Regionale e della Federazione dei medici di medicina generale.

Si tratta dei treni ad altra velocità Torino-Napoli arrivato alle 15,03; del Venezia-Napoli giunto in stazione alle 15,48 e del Milano-Salerno in arrivo nel capoluogo partenopeo alle 22,12. Il personale della Polfer si è occupato di verificare la sussistenza dei motivi che giustificano lo spostamento dei singoli passeggeri e la rispondenza delle certificazioni presentate.

Personale di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) si è occupato della misurazione della temperatura corporea dei passeggeri mediante termoscanner dirottando verso i medici presenti in stazione quelli che hanno fatto registrare una temperatura corporea superiore ai 37,3 gradi.

Fonte: ANSA

 

 

 

 

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Attualità Politica

Dc, Spera contro Sandri e Ranieri: «Ora basta, ecco tutta la verità»

 

«La signora Ranieri, stando alla sua sua buona fede, purtroppo non conosce la verità di chi da vent’anni gira per l’Italia autonominandosi segretario nazionale della Dc. E’ lo stesso che si autonomina segretario nazionale sempre alla presenza di non più di una decina di persone nei vari hotel della capitale».

E’ la dura replica di Felice Spera, «commissario regionale della Democrazia cristiana storica», come tiene ancora una volta a precisare, alle dichiarazioni di Serena Ranieri, indicata, nei giorni scorsi, segretario regionale per l’organizzazione e lo sviluppo della Dc in Campania dal responsabile nazionale Angelo Sandri.

«Sandri – dice Felice Spera – da anni si autoproclama segretario nazionale e, guarda caso, nessuno mai si presenta come candidato a questa segreteria nazionale. Inoltre, in questi anni, non ha mai avuto una sede nazionale del partito, anzi si attiva solo sui social cambiando spesso indirizzi  nella capitale, ma senza una vera sede. Insomma, non solo si diverte a fare nomine farlocche nei confronti di chi non sa, ma indica anche sedi nazionali con indirizzi fantasmi. E alcune nomine sono addirittura sconosciute ai diretti interessati. E’ evidente come si preoccupi di millantare usando il simbolo Dc non per per il bene del partito, ma per altri obiettivi a lui conosciuti. La Democrazia cristiana, quella vera, non lo riconosce e non lo ha nemmeno riconosciuto la Cassazione con ultima sentenza. Il simbolo viene usato illegalmente e con incarichi abusivi».

L’esponente dello scudocrociato Felice Spera, quindi, ripercorre l’intero iter giudiziario sulla ben nota diatriba.

«Corre l’obbligo per noi di precisare – sostiene Spera – che l’associazione che rappresenta la signora Ranieri non ha alcun titolo per identificarsi con la Democrazia cristiana e, conseguentemente, per poter usare il nome ed il simbolo della stessa. Leggendo la nota del sedicente segretario politico signor Sandri è doveroso precisare che i fatti sono riportati in modo distorto ed adattati alla propria immaginifica narrazione. Andando per ordine: la prima inesattezza è che la base della assemblea per dar vita alla Democrazia cristiana possa essere quella degli iscritti 92-93. Soltanto gli iscritti dell’ultimo tesseramento valido, 1993, hanno, infatti, il titolo giuridico per riattivare il partito, giacché a norma di statuto l’iscrizione avveniva anno per anno e conseguentemente non esistono iscritti 92-93. Tale definizione 92-93, per esperienza di giudicati della magistratura, che ha ben definito i termini della questione, è usata generalmente da coloro o che non sono mai stati iscritti alla Democrazia cristiana o da chi che, dopo aver visto le sentenze della magistratura che ha statuito la legittimità unica dei soci del 1993 e, in particolare, di coloro che lo hanno dimostrato esibendo la domanda di adesione presentata e il versamento della quota 1993, nel tentativo di mestare le acque aggiungono arbitrariamente il 93 così da definirsi soci 92-93. Conseguentemente con soci che si autodefiniscono tali non poteva svolgersi da parte di Sandri alcun XIX congresso della Democrazia cristiana».

«E’ vero invece – aggiunge il rappresentante dello scudocrociato Felice Spera – che già nel 2000 e nel 2001 i soci autentici 1993 ebbero ad iniziare dei procedimenti giudiziari per vedere riconoscere la non cessazione della Democrazia cristiana. Nell’anno 2002, questo è altrettante vero, il Sandri, autoproclamatosi segretario politico della Democrazia cristiana, iniziava una azione giudiziaria nei confronti del Cdu e del Ppi. Lo stesso Sandri, però, nella sua nota, con un volo pindarico prospetta come questa azione abbia portato alla sentenza 25999/10 della Corte di Cassazione. Omettendo di dire come in effetti si sono svolti i giudizi ed i risultati delle sentenze di primo e secondo grado. Dopo aver dato inizio al giudizio, il signor Sandri, in quella compagine che si definiva Democrazia cristiana, fu destituito da segretario politico dal signor Pizza che a sua volta si definì segretario politico. Il giudizio fu continuato e vi fu anche l’intervento dei soci del 1993 a mezzo del loro rappresentante nazionale. Il Sandri, nel frattempo, fuoriuscito dal primitivo gruppo, dava vita ad un’altra sedicente Democrazia cristiana ed interveniva sempre nel giudizio contestando la legittimità del Pizza. Il giudizio si concludeva con il riconoscimento, da parte del giudice, di Pizza come segretario dell’originario raggruppamento, escludeva Sandri come avente titolo e statuiva che la Dc non era stata legittimamente sciolta e quindi il Cdu non era la prosecuzione della Dc. Tutte le parti proponevano appello, compreso il Sandri che continuava a contestare la legittimazione del Pizza ad essere segretario politico. La Corte di Appello, anche a seguito di copiosa documentazione depositata dall’associazione degli iscritti del 1993, con sentenza n. 1305/09 confermava che il Pizza rappresentava il segretario del primitivo gruppo e sanciva che Sandri non aveva titolo alcuno per rivendicare la carica di segretario, ma chiaramente indicava che né il Pizza né tantomeno il Sandri fossero la continuazione della Dc, la quale era ancora in vita essendo nulla la delibera fatta al Ppi nel 1994 per il cambio della denominazione essendo stata presa da organo (consiglio nazionale) non avente titolo. Ne discendeva che la rappresentanza del partito per la decadenza di tutti gli organi del partito a norma dello statuto, per il principio giuridico della rappresentazione organica era solo in capo agli iscritti del 1993, ultimo valido tesseramento effettuato dalla Democrazia cristiana. Tale sentenza era poi confermata dalla sentenza n. 25999/10 della Corte di Cassazione a sezioni unite.

Il congresso di Perugia del 2013 svolto da Sandri è da qualificarsi come il congresso di altra associazione, con altri tesserati, che non ha nulla a che vedere con la Democrazia cristiana. Ma vi è di più, non contento delle cause già perse, il Sandri nel 2006, in parallelo con le cause sopra descritte, promuoveva sempre come sedicente Democrazia cristiana altro giudizio contro il Cdu. Però, in barba al suo stesso appello oggi rivolto all’unità, teneva nascosto tale procedimento e non lo comunicava agli altri gruppi compreso agli unici veri aventi diritto, gli iscritti del 1993. Tale giudizio si concludeva con la sentenza del Tribunale di Roma n. 19113 nella quale era pronunciata una specifica inibitoria per il Sandri ed il suo gruppo all’uso del nome Democrazia cristiana ed all’uso del simbolo. Tale sentenza era confermata dalla Corte di Appello di Roma con sentenza n.11010/2016, e definitivamente dalla sentenza della Corte di Cassazione n.1874/2019».

«Allo stato – conclude il commissario Felice Spera – vi è per il Sandri ed il suo gruppo un insieme di fatti giuridici inappellabili che statuiscono che stessi non rappresentano la Democrazia cristiana e non possono usarne il nome né il simbolo. Ne consegue che tutti coloro che non si attengono a tali statuizioni della magistratura e continuano a fregiarsi impropriamente ed illegittimamente del nome della democrazia cristiana e del suo simbolo, così come, la divulgazione di notizie del gruppo Sandri come afferenti alla Democrazia cristiana, commettono illecito penalmente perseguibile. Se vi è uno sparuto gruppo che disturba il riavvio del partito della Democrazia cristiana, questo è da identificarsi proprio nel gruppo Sandri ed associati».

Link diffida Prefetture