Le Deva tornano con un nuovo brano che racconta il mondo delle fragilità dell’anima: il titolo “A.I.U.T.O.” è sarà disponibile con il videoclip a partire da venerdì 29 novembre.
La scelta dell’acronimo A.I.U.T.O. ha l’obiettivo di far soffermare l’attenzione su ogni singola lettera: il testo, infatti, racconta 5 emozioni, 5 stati d’animo: Angoscia, Inquietudine, Umiliazione, Tormento, Ostacolo quelli che fanno stare male. Una richiesta di aiuto “urlata” di tutte quelle persone che si sentono in difetto nei confronti della loro felicità, della loro serenità, della loro vita stessa.
Le Deva, che già in passato con il brano “L’amore merita” (che racconta dell’amore omosessuale) e con “L’Origine” (anche questo dedicato all’universo femminile) hanno mostrato la loro attenzione per il sociale ed il mondo interiore delle persone, ancora una volta si concentrano su questi argomenti in cui sono direttamente coinvolte e che sentono particolarmente vicini, come spiegano Le Deva: “Ho sofferto di attacchi di panico per anni – rivela Laura Bono – ed è stata dura convivere con l’ansia di affrontare le giornate, una semplice uscita tra amici, ma anche un concerto, con la paura di rimanere pietrificata da quel senso di soffocamento, di dolore al petto… è proprio paura di avere paura. Un loop sconvolgente, invisibile alla vista dei più e quindi è difficile chiedere aiuto”.
“La U di umiliazione è forte perché si parla di umiliazione dell’anima– spiega Verdiana – per l’incapacità degli altri di comprendere un malessere invisibile. E questo spiega anche la A di angoscia e la I di inquietudine”.
“La T di tormento racchiude tutte queste sensazioni che non ti permettono di affrontare serenamente la situazione senza chiedere AIUTO esterno – continua ancora Roberta Pompa – l’aiuto di un familiare o un amico, certamente, ma anche di esperti che possano davvero essere la medicina giusta al dolore che si sente dentro”.
Il videoclip, realizzato dal regista Mauro Russo, già ideatore di diversi loro precedenti video, descrive tutte queste sensazioni che le ragazze vogliono evidenziare con la canzone: “Il finale del video, così come della canzone, vuole però dare un messaggio di speranza – precisa Greta Manuzi – e la lettera O, che sta per ostacolo desidera essere la capacità di rimuovere quell’ostacolo che non permette all’anima di sorridere alla vita e alla spensieratezza”.
La canzone, scritta da Marco Rettani e composta da Alessandro Manzo, Manuela Zero e lo stesso Rettani anticipa il prossimo album de LE DEVA. Si tratterà del loro secondo album, che segue a “4” disco d’esordio che ha ottenuto il disco d’oro grazie a successi come L’amore Merita, L’origine, Semplicemente io e te.
DA SALERNO LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIRURGIA D’URGENZA
Due giorni con istituzioni e professionisti per fare il punto sulla chirurgia d’urgenza con il Congresso Regionale dell’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) denominato “Chirurgia d’urgenza 2019 tra linee guida e real life”, fortemente voluto dal dottor Mariano Fortunato Armellino, Coordinatore Gruppo Campania, Direttore Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’Urgenza e delle Urgenze Differite presso Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
Formazione e nuove tecnologie: queste le sfide per la chirurgia d’urgenza del futuro emerse dal convegno. Negli ultimi venti anni, l’evoluzione tecnologica ha determinato importanti cambiamenti in tutte le branche chirurgiche, consentendo approcci meno invasivi a tutto vantaggio del paziente. Anche la chirurgia d’urgenza ha subito modifiche che si sono tradotte nell’avvento della laparoscopia e dei trattamenti non operativi nei traumi, delle tecniche di addome aperto con pressione negativa nei traumi e nelle sepsi severe.
“Numerose sono le Linee Guida e Consensus Conference, nazionali e internazionali, che hanno sancito il timing e le procedure, operative e non, da attuare nelle principali patologie chirurgiche d’urgenza e nei traumi – spiega Mariano Fortunato Armellino. Per contro, però, la vita reale dei nostri reparti d’emergenza è spesso diversa da quella che vi si legge. Questo è da imputare non solo alle croniche carenze di organico, ma soprattutto a due fattori: l’inadeguata, spesso obsoleta, dotazione tecnologica dei nostri presidi ospedalieri e la carenza di formazione sul campo”.
“Non si può pensare” – aggiunge – “di implementare la chirurgia mininvasiva in urgenza se non si consente al chirurgo di formarsi in modo adeguato, ogni giorno, alla laparoscopia avanzata in regime non d’urgenza o se si utilizzano, in maniera impropria, i chirurghi a coprire turni nei vari Pronto Soccorso, sottraendoli alla sala operatoria”. Nel corso delle giornate studio si è discusso di quanto c’è di nuovo nel loro ambito di intervento e dello stato dell’arte negli ospedali campani. “Proprio in Campania il blocco delle assunzioni e le inadeguate strutture sanitarie hanno a lungo ostacolato il cambio di passo necessario, incentivando la migrazione dei giovani chirurghi.
Negli ultimi anni, però, si assiste a un’inversione di tendenza con concorsi, stabilizzazioni e i primi segnali di rientro dei “cervelli in fuga” che favorisce anche l’abbattimento dell’età media dei chirurghi negli ospedali regionali. Anche per quanto riguarda la dotazione tecnologica” – evidenzia Armellino – “assistiamo alla realizzazione di strutture nuove con investimenti in tecnologie, che affiancano strutture storiche, emblema della storia della sanità campana. Dall’Ospedale del Mare al nuovo Ruggi, il territorio si sta dotando di edifici adeguati ai tempi, capaci di offrire accoglienza e risposte innovative e concrete ai cittadini”.
In particolar modo Salerno si pone all’avanguardia con l’Unità Complessa di Chirurgia d’Urgenza. Un reparto che funge da esempio: disciplina, professionalità e competenza garantiscono al paziente cure adeguate ed una degenza meno greve. Ci si accorge da subito dell’ordine che regna incontrastato, di come tutto funzioni nel rispetto di una oculata pianificazione degli incarichi e delle risorse lungo i corridoi del reparto. Il personale medico e paramedico, nel rispetto delle reciproche turnazioni, accudisce solerte i pazienti, senza sosta, con puntualità e garbo provvedono alle cure mediche senza mancare di umanità anche nei casi più estremi. Il costante e puntuale restyling degli ambienti, la razionalizzazione degli spazi, la dotazione di macchinari e nuove attrezzature, dimostrano che qui nulla è lasciato al caso.
Tyler B, artista del quartiere San Carlo all’Arena di Napoli, anni 24. I suoi primi esordi li fa al teatro Totò, dove comincia a rendersi conto che la musica è ciò che lo fa stare bene e quindi inizia a produrre testi, associandoli a dei beat.
Negli anni Tyler fa tante esperienze prima di divenire un’artista della scena musicale con la sua prima uscita ufficiale su YouTube con “amici amici ” brano non piú visibile per scelta stilistica. Lo scorso agosto vediamo Tyler B in collaborazione con un’artista molto affermato nella scena italiana, Laioung , un brano che vede Napoli arrivare a Milano a fare la sua figura. Dopo poco lo vediamo in collaborazione con un suo conterraneo, Ha Youngster collega e suo stimato amico, prodotto dal bravissimo Mario Nasti, beatmaker e amico dei due con “Stasera Balliamo” disponibile su YouTube e Spotify.
MOMENTO FEAT. Presto fuori. Inoltre ci saranno due collaborazioni, l’ennesima nel territorio milanese ed una nella capitale, per poi lavorare a dei singoli, dove si pronostica che siano molto “potenti “, per far si che possa girare sempre di più il suo nome e la sua musica.
Raggiunti traguardi importanti si penserà ad un album ufficiale, il primo spera Tyler B di una lunga serie. Dunque un ragazzo allo sbando dall’età di 15, ha trasformato le sue esperienze in musica.
Non voglio spolierrarvi altro, godetevi la sua video intervista dove trovate anche Hal che parla della loro collaborazione. Io fossi in voi non la perderei, clicca e guarda la video intervista.
A Salerno il convegno regionale dell’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) “Chirurgia d’urgenza 2019 tra linee guida e real life” in programma oggi e domani (14 e 15 novembre) al Grand Hotel Salerno, fortemente voluto dal dottor Mariano Fortunato Armellino, Direttore Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’Urgenza e delle Urgenze Differite presso Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
L’evoluzione tecnologica ha determinato negli ultimi vent’anni notevoli cambiamenti in tutte le branche chirurgiche, consentendo approcci meno invasivi a tutto vantaggio del paziente. Anche la chirurgia d’urgenza ha visto modificare tecniche storiche e consolidate, passando dal “grande taglio – grande chirurgo” alla chirurgia laparoscopica d’urgenza, dalla laparotomie esplorative ai trattamenti non operativi nei traumi. Una vera e propria rivoluzione culturale che ha coinvolto anche altri specialisti (radiologi interventisti, endoscopisti, rianimatori, etc.) nella costituzione di un reale team multidisciplinare, consentendo di sviluppare opzioni terapeutiche diverse in relazione alla gravità ed alla complessità dell’urgenza chirurgica.
Si discuterà, proprio nella due giorni salernitana, delle numerose Linee Guida e Consensus Conference, sia nazionali che internazionali, con un illustre panel di esperti, per evidenziare il timing e le procedure, operative e non, da attuare nelle principali patologie chirurgiche d’urgenza e nei traumi. Si valuteranno anche le casistiche della “real life”, ossia della vita reale dei reparti d’emergenza, spesso diversa da quella delle Linee Guida: inadeguate ed obsolete dotazioni tecnologiche dei presidi ospedalieri e carenza di formazione sul campo spesso contribuiscono a non far decollare alcune procedure e tecniche nel patrimonio culturale del chirurgo d’urgenza.
“Non si può pensare, infatti, di implementare la chirurgia mininvasiva se non si consente al chirurgo di formarsi adeguatamente e quotidianamente alla laparoscopia avanzata in regime non d’urgenza o se si utilizzano, in maniera impropria, i chirurghi a coprire i turni nei vari pronto soccorso sottraendoli alla sala operatoria” spiega il direttor Armellino.
Salerno si pone all’avanguardia in tal senso e lo dimostra discutendo, nel convegno regionale, di quanto c’è di nuovo nel loro ambito di intervento e dello stato dell’arte negli ospedali campani.
Il suo gruppo preferito sono gli ⚡AC/DC⚡ Attraverso le canzoni del grande gruppo hard-rock, scopriremo il dottor Ersilio Trapanese, durante la trasmissione “I am…I”, andata in onda su Radio Play Tag. Un percorso sorprendente in cui conosceremo l’uomo, il medico, il ragazzo con dei sogni, speranze e certezze. Verrà fuori “l’altro” Ersilio Trapanese, quello che pubblicamente non vi aspettereste mai. Hobby e “manie”, fra passato, presente e futuro. Guarda Ora…
Si è tenuta stamattina presso il Comune di Salerno (Salone del Gonfalone) la conferenza stampa di presentazione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno, giunto alla sua 73esima edizione. Sono intervenuti: Antonia Willburger (Assessore alla cultura);
Mariarita Giordano (Assessore alle Politiche giovanili);
Paola De Cesare (Direttore artistico FICS);
Tullio Benissone (critico cinematografico);
Mario De Cesare (Presidente FICS).
L’ Assessore Willburger ha espresso la sua ammirazione per il Festival con “un plauso a chi da tanti anni porta avanti un evento che dà lustro alla città di Salerno, perché ricco di contenuti di qualità. Il cinema è anche cultura, nella sua espressione più alta”.
L’ Assessore Mariarita Giordano, da sempre vicina al Festival, ha ricordato che “il cinema permette di far sognare anche i più grandi e, nel caso del FICS, diventa anche un’occasione per creare nuove dinamiche culturali cittadine”.
Il Presidente Mario De Cesare ha concluso snocciolando il tema scelto quest’anno, ossia il lavoro: “Il cinema e tutto ciò che gli gira intorno, è un grande indotto lavorativo che non deve e non può essere fermato” ha dichiarato il Presidente. Come Patron del FICS e come imprenditore ha ringraziato il Comune fi Salerno per il sostegno alla kermesse
Stanotte i militanti del Partito Comunista hanno attaccato alcuni striscioni, nella città di Pontecagnano, per protestare contro la decisione del Sindaco Lanzara di dare il via al progetto dell’Ecodistretto, un progetto che, così come concepito, permetterebbe la costruzione di un impianto di compostaggio anaerobico che, venendo costruito in zone agricole dove sono ubicate aziende agroalimentari, aumenterebbe l’inquinamento a causa dei gas metano e di scarico che verranno prodotti, porterà immondizia da altri comuni e dunque aumenterà anche il traffico dei tir con conseguente innalzamento delle polveri sottili, potrebbe aumentare gli odori sgradevoli in città.
D’altra parte il Partito Comunista ritiene l’iniziativa del Referendum consultivo sull’ecodistretto, avanzata da alcuni gruppi politici, interessante ma limitativa se non accompagnata da un’azione più battagliera e radicale della lotta contro questa imposizione della regione a guida Partito Democratico. E’ necessaria un’azione costante di informazione dei cittadini riguardo questo problema: è necessario dire che il nemico è il sindaco Lanzara e il Partito Democratico e che bisogna porre la questione su una vera partecipazione al dibattito da parte dei cittadini dunque non limitandosi alle sole azioni “istituzionali” che potrebbero rivelarsi poi insufficienti (infatti il referendum sarebbe solo consultivo e non abrogativo).
Il Partito Comunista è dalla parte di coloro che si battono per il diritto all’ambiente e alla salute e sosterrà questa lotta fino in fondo, per questo invita coloro che sono contro il “progetto Lanzara/PD” a organizzarsi nei quartieri, nei condomini, nelle aziende agroalimentari al fine di informare quante più persone possibili della nocività di questo assurdo progetto teso a favorire gli interessi politici di una determinata parte.
NO ALL’ECODISTRETTO DELL’ASSE “LANZARA/PD” ! NO A NUOVI RIFIUTI E A UN IMPIANTO INQUINANTE ! SI ALLA BONIFICA DEL TERRITORIO DI PONTECAGNANO !
Stipsi e diarrea: conoscere, prevenire e curare i disturbi. Con questa rubrica cercheremo di descrivere come conoscere il proprio Colon e come fare prevenzione e cura, osservare i disturbi di motilità e le patologie del Colon e Retto. Dopo 20 anni di studio e di esperienza, tenterò di essere comprensibile in un linguaggio semplice e diretto. Parliamo di una porzione dell’organo dell’intestino da conoscere bene per comprendere come e quando agire per noi stessi e il nostro benessere psico-fisico e sociale. Di solito pensiamo che colon e retto siano solo sede di gravi patologie, o per lo più, che siano impiegati solo alla cruciale funzione di escretori delle parti di “scarto” del cibo, che ingeriamo ogni giorno e che per nostro equilibrio psicofisico “devono” essere eliminate “quando vogliamo e non quando possiamo”. Trascuriamo o banalizziamo senza accorgerci di alcuni livelli di infiammazione iniziale, prima che diventi cronica. Supponiamo di non aver mai sofferto di patologia emorroidaria, poiché non ne abbiamo mai notato l’escrescenza in regione anale, ma quando avviene, mostra un grado di patologia già cronico ( IV grado). Oggi cercheremo di conoscere meglio il colon e il retto per prevenire e curare i principali disturbi infiammatori e le sue conseguenze. Spiegheremo come è costituito questo organo e perché può indurre a stipsi sin dalla giovane età . Vale bene definire la parola stipsi. Per stipsi (o stitichezza) si intende un numero ridotto di evacuazioni o la difficoltà ad espellere le feci. Quindi è una classificazione di un intervallo di funzioni giornaliere che giornaliere non sono. Correttamente si valuta stipsi quando questo intervallo si verifica con circa 48h ore o 72h da ultima volta che si è evacuato ( 1 o 2 volte a settimana) . Diversamente si classifica un alvo tendenzialmente stiptico quando un paziente talvolta e non sempre per uno o due giorni massimo non riesce ad evacuare, ma solitamente non incontra problemi. Come accade la stipsi o diarrea? Bisogna cominciare a comprendere che l’ultima parte dell’intestino, come il resto dell’organo, ha principalmente particolari funzioni metaboliche. Infatti dall’intestino cieco che è la prima porzione dell’intestino crasso, il cibo arriva al colon ormai quasi completamente digerito ed è qui che si completa il processo di assorbimento delle sostanze nutritive affinché passino nel sangue. Il colon ha innanzitutto il compito di assimilare i nutrienti restanti e l’acqua, e di “passare” lo scarto, ovvero, le nostre feci al retto, affinché possano essere espulse. Ma come avviene quest’operazione? Quando siamo in salute, parte di cibo predigerito viene spostato dall’intestino tenue al colon in modo che le diverse parti di quest’ultimo, attraverso movimenti involontari alternati di contrazione e distensione (movimenti peristaltici), permettano il passaggio delle sostanze di scarto nel retto che da qui vengono espulse. Tali movimenti sono definiti peristalsi e funzioni dell’alvo. Poiché la funzione principale dell’intestino crasso (colon) è quella di riassorbire l’acqua presente al suo interno, un rallentato transito del cibo digerito lungo il colon determina un maggior riassorbimento d’acqua con indurimento delle feci e di conseguenza minor numero di evacuazioni, cioè stitichezza. Se trascorrono più di 2-3 giorni senza defecare, il contenuto intestinale può indurirsi al punto che una persona non solo ha difficoltà ma ha anche dolore all’espulsione del materiale fecale. Può essere considerata stipsi anche il forte sforzo necessario ad evacuare nonché la sensazione di svuotamento incompleto del retto (tenesmo). Anche se può essere estremamente fastidiosa, la stitichezza di per sé non è un problema serio. Comunque, se essa si manifesta improvvisamente, può essere il campanello di allarme e l’unico sintomo di un problema importante quale il cancro del colon-retto. La stipsi nel tempo può essere all’origine di complicanze come le emorroidi (dovute a sforzo eccessivo) o a ragadi (dovute al passaggio di feci dure che stirano gli sfinteri anali). Ambedue queste situazioni causano sanguinamento anale con emissione di sangue rosso vivo che tinge le feci. Dunque per noi l’espulsione delle feci è determinante per la valutazione di un’alterazione dell’alvo, ossia unica valutazione obiettiva per capire un nostro stato di malessere o morbosità. Prevenire e farlo bene, in questo caso, significa anticipare questo momento di obiettività. Seguire bene il proprio colon e giungere in tempi adeguati per terapia è possibile solo dietro opportuni consulti con specialisti in campagne di prevenzione o intenzionalmente, già se si notano piccole o trascurabili (per il paziente) sintomatologie. Questo accade solitamente per alcuni stati di infiammazione del colon retto: coliti, diverticolosi, stati di gonfiore dell’addome spesso ingiustificati, e delle sindromi emorroidarie anche se di minore entità. Diventa dunque cruciale e fondamentale per noi questa funzione fisiologica cioè le abitudini dell’alvo.
Patologie infiammatorie del colon e microbiota. Le varie patologie infiammatorie saranno argomenti di un nuovo paragrafo che affronteremo nei prossimi articoli. In questa valutazione in breve analizzeremo, in linee generali, quali possono essere gli elementi microbiologici che sono preposti al corretto funzionamento dell’organo e che possono alterarsi e farne conseguire lo stato infiammatorio. Entrando nel dettaglio, bisogna tener presente, innanzitutto, l’assorbimento e l’importanza di un’adeguata flora batterica, importante nella funzione peristaltica. Bisogna dire che quando il cibo è ancora nel colon, entrano in gioco i batteri cosiddetti “buoni”. La loro azione in un corretto equilibrio con quelli (cattivi) di fermentazione ne costituisce l’azione della microflora (microbiota), ne favorisce inoltre la peristalsi e la scissione delle sostanze nutritive, in componenti sempre più piccole. Tutto questo accade mentre lo strato più interno della mucosa (l’epitelio) ne assorbe l’acqua e le sostanze nutritive utili. Residua una sorta di scarto liquido che durante il suo passaggio deve compattarsi fino a trasformarsi in composti semi solidi (le feci), che vengono spinte verso il retto attraverso i movimenti di peristalsi e l’azione dei muscoli sfinteri anali. Inoltre tale operazione resa più agevole da una proporzionata escrezione di muco che viene prodotto dalla mucosa al fine di far scivolare via i nostri escrementi senza difficoltà, quando tale secrezione di muco è eccessiva bisogna già valutare presenza di infiammazione della mucosa. Il retto lo potremmo definire come il luogo di raccolta delle feci ma anche la porta della nostra conoscenza dello stato fisico. La stipsi e la diarrea è uno stato che è conseguenziale ad alterazione di equilibrio di almento una delle componenti descritte, sia per la motilità e sia per la fisiologia e il metabolismo dei tessuti o degli organi, delle sue mucose o dei vasi. Tutto ciò che è stato descritto sia per motilità e sia per condizione fisiologica può essere suscettibile a cambiamenti morfologici imposti da diverse patologie infiammatorie o dai 40 anni in poi da patologie neoplastiche. Soffrire di stipsi o di diarrea si è visto quindi che ha una incidenza ed impone assolutamente una valutazione anche se di prevenzione con il proctologo o colonproctologo che studia le problematiche della motilità, poiché “l’alterazione dell’alvo” è la principale manifestazione di tutti i disturbi del colon, e spesso non sono semplici disturbi. Si valutano molteplici cause e conseguenze di morbosità infiammatorie e non solo della principale patologia del nostro secolo, per la quale è assolutamente indispensabile attivarsi in corretta prevenzione. In giovane età l’alterazione della motilità intestinale va di pari passo con 1) l’involuzione delle abitudini socio alimentari e lavorative; 2) alterazioni della microflora (disbiosi intestinale); 3) disturbi vascolari emorroidari ; 4) patologie del metabolismo; 5)lunga assunzione di determinati farmaci per altre patologie. Fondamentale si pone anche l’aspetto emotivo, ansiogeno e psicosomatico di un soggetto che è affetto da tali condizioni, per cui affronteremo anche la valutazione in chiave psicosomatica – fisiologica. Questo è un elemento che non deve e non andrà assolutamente trascurato nella nostra rubrica. Analizzare, infatti, le ragioni dei disturbi funzionali di un organo come il nostro intestino, impone anche l’analisi di motivazioni emotive e sensoriali per un sistema nervoso periferico molto suscettibile ad alterazioni , le stesse che contribuiranno ad accelerare o inibire le funzioni peristaltiche che abbiamo inizialmente spiegato . Dai 40 anni di età non dimentichiamo mai di rivolgerci al medico per seguire corretti consigli anche di prevenzione poiché, oltre ai tanti aspetti microbiologici e metabolici, neuologici e psicoemotivi di alterazioni del corretto funzionamento della peristalsi , la funzione di buona motilità del nostro Colon retto va ben analizzata al fine di escludere patologie morfo funzionali o addirittura neolplastiche in età adulta. Iniziamo dunque ad abolire il fai da te da internet e l’autoprescrizione ed adozione di ingiustificabili tisane o di sostanze lassative o alle erbe, oppure, in caso di diarrea, di inibitori della peristalsi o di strategiche ed improprie correzioni della dieta senza ausilio di un nutrizionista; sin dalla giovane età parliamo, confrontiamoci con il medico o con lo specialista e cerchiamo di capire cosa ci crea tali disturbi.
Facciamo insomma prevenzione, in modo da conoscerci meglio, permettendoci di gestire i nostri disturbi o addirittura anticipare una terapia opportuna, anziché praticarne una in tempi oramai cronici di una sofferenza. La prevenzione va fatta, spesso per vivere con una migliore qualità di vita e con meno calvari. Prevenire bene, per vivere bene.
a cura del Dott. Carmelo Pellegrino.
Proctologo e Pelviperineologo presso: CMM Diagnostica, via XXV Luglio 160, 089462434 Cava de Tirreni. Centro D’Arena ( Centro di analisi e medicina specialistica, strada Garibaldi ,25 C/F 097479861) Vallo della Lucania
Anche quest’anno in occasione dell’ undicesima giornata nazionale AVO, i volontari ospedalieri rinnovano il proprio impegno verso l’associazione e la società. In tutta Italia, nelle principali piazze, i volontari saranno a disposizione dei cittadini per divulgare i valori di solidarietà e di altruismo che da sempre contraddistinguono l’AVO. A Salerno i gazebo dedicati saranno in via Velia (Salerno); piazza Caduti di Brescia (rione Pastena); piazza F.Sabbato (Pontecagnano Faiano). Il presidente Giuseppe Andreotta (AVO Salerno) ha spiegato che l’intento è non solo quello di avvicinare l’uomo al nobile senso del volontariato, ma di creare anche uno scambio diretto di umanità tra le persone che visitando i gazebo incontreranno gli operatori. Inoltre il prossimo 28 ottobre dalle ore 17,00 nel teatro Oggi le Coliche sito presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria-San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, l’AVO accoglierà tutta la cittadinanza in un incontro aperto, dal titolo “Vivi Social: diventa Volontario”.
Montecorvino Rovella, intervista al Sindaco Martino D’Onofrio ed al nuovo Comandante della Polizia Locale Massimiliano Falcone per fare il punto su sicurezza urbana e viabilità, tematiche di particolare rilievo per l’Amministrazione Comunale in un territorio vasto come quello del comune picentino. La presenza della Polizia Locale rappresenta, ancor più che altrove, un presidio di legalità ed un punto di riferimento per i cittadini.
Massimiliano Falcone è tra i più giovani comandanti d’Italia a soli 34 anni: il suo primo incarico gli è stato conferito nel 2010 ad Ascesa. Nel 2016 è diventato comandante della polizia locale di Castellabate. Tante le tematiche affrontate nel corso dell’intervista a cura della giornalista Stefania Maffeo: sicurezza integrata, segnaletica stradale, organizzazione del Comando, prossimi interventi pianificati in linea con gli obiettivi peculiari di sicurezza e viabilità.
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