di Erika Noschese
Un vero e proprio terremoto politico quello che si sta abbattendo sul sindaco di Pontecagnano Giuseppe Lanzara. Il primo cittadino in pochi giorni ha dovuto fare i conti con numerosi addii. Gli ultimi, in ordine cronologico, sono quelli del consigliere Raffaele Silvestri e di Adolfo Citro.
“Con grande delusione devo comunicare che ho rimesso al sindaco le mie deleghe di consigliere delegato – ha dichiarato Citro –
Inoltre ho comunicato ai partiti ed ai movimenti della coalizione che mi allontanerò dal movimento Campania Libera”. Dunque non solo un addio all’amministrazione Lanzara ma anche al partito che lo ha fatto eleggere al comune.
“Ho necessità adesso di una breve pausa – ha aggiunto l’ex consigliere – Non è semplice fare delle scelte. Nei prossimi giorni ci saranno modi e tempi per spiegare le motivazioni. Nel frattempo, ha rassegnato le dimissioni Silvestri, presidente della prima Commissione Consiliare Permanente.
“Ho vinto le elezioni con questa maggioranza capeggiata dal Sindaco.
Ho sempre rilasciato dichiarazioni nelle quali ho continuamente ribadito di farne parte.
Ho sempre votato i provvedimenti che questa maggioranza ha sottoposto al Consiglio Comunale come è accaduto anche durante l’ultima seduta del 30 dicembre 2020 – ha dichiarato – Tutto ciò coerentemente con il voto espresso dagli elettori nell’estate del 2018.
L’unica eccezione, durante il Consiglio Comunale di aprile 2019, è rappresentata dal mio rifiuto di votare una ‘mozione’ della maggioranza (che non è stata mai diffusa pubblicamente) che avrebbe dato il via libera, in quella seduta di C. C., all’impianto di rifiuti dell’Ecosider in Via Irno (il prosieguo di questa vicenda lo conoscete).
È trascorso oltre un anno durante il quale non sono mai stato convocato alle riunioni di questa maggioranza (e non solo).
Ho deciso, pertanto, di lasciare questa carica”.
Altre dimissioni si sono susseguite in questi giorni.
Sono giorni di grande preoccupazione per il sindaco Lanzara che sta facendo i conti con una serie dimissioni. La prima a dire addio alla maggioranza l’assessore all’uguaglianza Paola Manzo, sostituita – dopo poche ore – da Nunzia Fiore. Una scelta che coinvolge anche il PD: nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni dal coordinamento cittadino anche Rita Petolicchio: “Le ragioni sono frutto di un pensiero personale perché ognuno è libero e legittimano a utilizzare le modalità che ritiene più opportune ed è giusto, per lo stesso principio, che ciascuno compia atti in linea con le proprie convinzioni”, ha dichiarato spiegando le ragioni della sua decisione e parlando di mancato coinvolgimento nella vita amministrativa e del partito: “L’ultimo episodio – conosciuto attraverso i social – che vede un nuovo assessore proveniente da un’altra lista, in sostituzione di Paola Manzo, nelle file del Pd da anni, assolve probabilmente a un equilibrio di facciata, ma infligge a chi ha creduto nella prima impostazione del sindaco, una delusione cocente”, ha aggiunto la Petolicchio che avrebbe appreso della nomina del nuovo assessore proprio attraverso i canali social. Non si è fatta attendere la replica del segretario, Roberto Brusa che punta il dito contro i dimissionari: “Ambarabà, Ciccí, Coccò… sforziamoci un po’ di elevarlo questo dibattito in città: sono 10 giorni che parlate di politica politicante, di gossip e di supposizioni grottesche.
Confrontiamoci seriamente sull’aeroporto, sul puc, sul ripascimento costiero, sull’ecodistretto, sulle aree Zes, sulla fiscalità, sugli investimenti sociali, sul distretto turistico – ha detto Brusa –
Ma soprattutto facciamolo nelle sedi opportune, nelle commissioni preposte, nei consigli comunali e non solo sui social per avere un po’ di visibilità e non concludere mai nulla”. Il segretario ha poi evidenziato che in maggioranza non vi è alcun problema, tanto che all’ultimo consiglio comunale sono stati votati tutti i punti all’ordine del giorno.
Ad accusare il sindaco anche Antonio Malangone, segretario di Energie, secondo partito della maggioranza che, proprio attraverso questi canali, ha parlato di un PD che intende governare da solo e di un sindaco che non coinvolge la sua stessa maggioranza. Parole che non hanno sorpreso la minoranza ma hanno dato il via ad un dibattito politico non di poco conto.