“Cultura e turismo sono strategici per il rilancio del Paese, sono ottimista sulla ripresa”. Lo ha detto oggi il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, intervenendo insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli Stati Generali dell’economia.
“Già quest’anno sono convinto che riprenderà il turismo infraeuropeo nel nostro Paese, e presto tornerà anche quello extraeuropeo. Per questo è importante puntare sulla riqualificazione delle strutture, capace di accogliere un turismo alto. Inoltre bisogna migliorare le infrastrutture, sia sulla dorsale adriatica che su quella tirrenica portando l’alta velocità fino in Sicilia. Infine, bisogna preparaci a moltiplicare gli attrattori del turismo internazionale”.
Nel corso del suo intervento il Ministro Franceschini ha ricordato tutte le misure emergenziali prese in questi mesi per il turismo e la cultura, a partire dall’estensione del sistema di ammortizzatori sociali di cui i due settori erano sprovvisti fino ai circa 5 miliardi destinati al sostegno dell’offerta e della domanda turistica nazionale. “Nel ritorno graduale alla ripresa del lavoro, a differente intensità per i diversi settori, è necessario che il sistema di aiuti, ammortizzatori sociali e indennizzi si adatti alle maggiori criticità – ha detto in particolare il Ministro – con un’estensione temporale per chi è più in difficoltà e al contempo incoraggiando le riaperture”.
“Attraversando questa crisi – ha detto inoltre il Ministro – il Paese ha preso piena consapevolezza di quanto siano importanti per l’Italia la cultura e il turismo. Lo si è capito bene quando si è compreso cosa vogliono dire le nostre vite senza l’offerta culturale, senza teatri, cinema, concerti, musica e lo si è capito ora ritrovando le nostre città senza turisti. Fino a pochi mesi fa il problema era gestire la crescita impetuosa del settore del turismo, al punto di ipotizzare misure di emergenza per fronteggiare il sovraffollamento. Mentre in altri centri la vita dei residenti ha ripopolato i quartieri, oggi le città d’arte sono vuote. In questo contesto non lavorano tutte le attività fondate sulla presenza turistica. Ciò rende evidente l’importanza economica di questi due settori, che insieme fanno il 20% del PIL. Questo permette di rivendicare centralità nelle misure da prendere e nelle strategie del Paese”.