Consorzio farmaceutico, altro dipendente infedele licenziato
Per il giudice “sospetta compiacenza” della testimonianza dell’ex presidente Salvatore Memoli
Nuovo colpo di scena nella drammatica vicenda che ha visto protagonista l’ex dipendente del Consorzio Farmaceutico Intercomunale, T.T, che nel periodo dal mese di maggio 2007 al mese di agosto 2015, approfittando del ruolo di addetto all’effettuazione dei bonifici per i pagamenti a favore dei fornitori e dei dipendenti dell’Ente, ha alterato le distinte di pagamento, appropriandosi indebitamente e in plurime occasioni di ingenti somme di danaro pubblico, arrecando un danno erariale di circa trecentomila euro.
La condotta criminale del dipendente è stata scoperta – come risulta da tutti gli atti processuali – grazie all’attività di controllo interno a tutela dell’integrità del patrimonio aziendale e dei bilanci dei comuni che fanno parte del consorzio stesso.
A seguito della scoperta della condotta illecita i vertici del Consorzio hanno avviato subito l’azione disciplinare contro il dipendente infedele, che è stato licenziato per giusta causa, e hanno segnalato quanto emerso dall’azione di controllo interno effettuata alle competenti autorità. Ne sono seguite prima una sentenza della Corte dei Conti che ha condannato l’ex dipendente a risarcire il Consorzio del danno patrimoniale subito oltre che del danno da disservizio e, poi, una sentenza di primo grado del Tribunale Penale di Salerno con la quale è stata inflitta sempre a T.T. la condanna a quattro anni, sei mesi e quattordici giorni di reclusione per i reati di peculato e falso ideologico oltre che all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ma ecco da ultimo in questi giorni una nuova sentenza del Tribunale Civile di Salerno – Sezione Lavoro alla quale T.T. aveva fatto ricorso contro il Consorzio Farmaceutico Intercomunale per vedersi riconoscere differenze retributive per circa centocinquantamila euro per lo svolgimento di mansioni superiori rispetto a quelle per le quali era stato inquadrato.
Il Giudice del Lavoro con una sentenza del 30 ottobre scorso ha rigettato totalmente il ricorso di T.T., condannandolo anche al pagamento delle spese processuali a conferma della correttezza dell’operato del Consorzio Farmaceutico Intercomunale e nonostante nel corso del processo sia stato ascoltato come teste a favore dell’ex dipendente addirittura Salvatore Memoli, ex presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio, il cui contributo, tuttavia, non è stato ritenuto affatto sufficiente a favore dell’ex dipendente.
Sorprendente quanto si legge nella motivazione della sentenza del Giudice del lavoro, nella quale è riportato, infatti, testualmente, che “è parsa del tutto generica e connotata da sospetta compiacenza la deposizione testimoniale di Salvatore Memoli, Presidente del Consorzio dall’ottobre 2010 al novembre 2011”. Inquietanti a questo punto risultano gli interrogativi che si pongono sulle ragioni che hanno spinto Salvatore Memoli, parente del T.T., a deporre in difesa del dipendente infedele con una testimonianza che è stata valutata dal magistrato come “connotata da sospetta compiacenza”.
di Adriano Rescigno