di Stefania Maffeo
“Liberi. Finalmente.” Esce oggi, 21 giugno 2024, il secondo album dei Segni Distintivi.
Amore, mafia, femminicidio, omofobia e tradimento i temi trattati negli otto brani, dalle sonorità rock, del duo di poliziotti cantautori, composto dal salernitano Angelo Forni e dal romano Fabio Sgrò. Tornano sulla scena musicale a 4 anni di distanza dall’uscita del loro primo album “Verso un porto migliore”. L’album è disponibile su tutte le piattaforme per lo streaming e da dove è possibile scaricare tutti i brani.
In tutto otto i brani contenuti nell’album. Si parte dall’inedito “Ho visto te”, brano dedicato ad un amore ritrovato e finalmente riconquistato, per poi passare “Al cacciatore di telline”, pezzo satirico dedicato all’uomo medio che si lascia stregare dal “capitano” di turno. Terzo brano dell’album, “Desdemona non torna”, vuole essere un inno alle donne, troppe volte vittime di una mentalità ottusa e maschilista che, purtroppo, non è cambiata con gli anni. Si passa poi a “Luce dall’abisso”, canzone romantica che racconta di una notte d’amore con la donna che si sogna essere la compagna della vita, il per sempre che dirà. Si arriva poi all’unico brano edito, “Ci vorrebbe un reggae”, lanciato come singolo, nell’estate del 2021, quando finalmente l’incubo Covid iniziava a diventare solo un ricordo. Richiamando il genere musicale giamaicano, il brano cerca di raccontare, in pieno stile dei Segni Distintivi, ciò che è stato vissuto e visto. E così si passa dagli assembramenti vietati alla nuova resistenza, che ha visto per una volta, uniti nel dolore e nella speranza, il Nord ed il Sud del Belpaese, passando per l’uso o non delle mascherine e la mancanza di respiro dovuta al troppo caldo o forse al ginocchio di “uno stronzo” sul collo, fino ad arrivare al distanziamento fisico e a quello sociale.
Sesto brano “La voce fuori dal coro”, un rock politico, un inno alla libertà, al sentirsi liberi per cambiare il futuro, dedicato, senza mai citare i loro nomi, ad uomini e donne che hanno lottato contro i tanti mali che affliggono la società, dedicato a tutti coloro che pur “sapendo di essere solo un morto che cammina ha continuato a combattere morendo una volta sola”, a coloro che “sono solo vittime del dovere”, e a chi “è stato perseguitato per le sue idee”. Penultimo brano dell’album “Tappeto rosso e pugnale”, dal testo ermetico, con chiari riferimenti all’omofobia ed alla pedofilia e, in particolare, a coloro che ti stendono davanti un tappeto rosso, ma poi sono pronti a pugnalarti alle spalle. Chiude l’album “Sfruttando il brivido”, brano orchestrale, che parla di un amore proibito nel quale i protagonisti sono “liberi finalmente” di vivere solo nei sogni.
Tutti i brani sono stati scritti e cantati da Angelo Forni, con le musiche di Fabio Sgrò (al basso), hanno collaborato alle percussioni Davide Cantarella, alla chitarra elettrica Carlo Fimiani, alle tastiere e all’arrangiamento Pasquale Faggiano, al sassofono Jerry Popolo, Carlo Salentino alla batteria, ai cori Ivana Giugliano.