Ci fa piacere che il sindaco continui a ribadire la volontà di chiudere l’impianto di Sardone. Il problema è che c’è sempre un anello mancante in questo processo: come chiuderà Sardone? Quali sono, delibere di finanziamento a parte, gli atti concreti che verranno messi in campo per chiudere l’impianto di trasferenza che ad oggi ospita 300mila tonnellate di rifiuti all’anno? L’impressione è che il primo cittadino voglia spostare l’attenzione su una questione atavica molto sentita dai cittadini, vale a dire quella relativa ai miasmi, che però non si può risolvere con semplici annunci.
Per questo motivo il comitato “Per il Territorio” ha avanzato, ed avanzerà in futuro, proposte che andranno in una sola direzione: tutelare i cittadini ed il tessuto produttivo della città attraverso l’individuazione di soluzioni alternative più sostenibili dal punto di vista economico ed ambientale. A tal proposito ribadiamo ancora una volta che non siamo contrari all’impiantistica tout court, ma riteniamo che vada avviato un ragionamento organico sulla questione che metta al centro lo sviluppo, le peculiarità e la vocazione del territorio di Pontecagnano Faiano nella sua interezza.