Pontecagnano Faiano come Pontassieve. Questo l’obiettivo che si pongono le associazioni firmatarie di una nota in cui viene esplicitamente richiesto al Sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara ed all’intera Amministrazione l’abbattimento della tassazione sui prodotti igienici femminili essenziali. Nel comune toscano dal 1° marzo alla farmacia comunale assorbenti interni, esterni, coppette mestruali sono in vendita senza la tassazione del 22% e con un ulteriore sconto applicato dall’Ente. Questa scelta è frutto di una iniziativa dell’Amministrazione, che, su proposta di alcuni gruppi consiliari, dopo l’approvazione all’unanimità nella pubblica assise, ha immediatamente messo in campo azioni di sensibilizzazione su questo tema, con azioni concrete proprio a partire dall’abbattimento della tassazione su questi prodotti igienici femminili essenziali.
Una decisione volta a sensibilizzare sul tema di un’imposta iniqua, applicata ad un bene definibile come primario. In Italia sono in vigore tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità); 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio e ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto). I prodotti sanitari relativi al ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22% cioè l’aliquota massima contemplata dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso. Si stima che una donna, nell’arco della propria vita, affronti circa 500 cicli mestruali che durano in media 28 giorni e comportano 3-5 giorni di mestruazioni. Prevedendo un utilizzo medio di 4 assorbenti al giorno, si ottiene un consumo medio di 10 mila assorbenti nell’intero arco di vita ed una spesa di circa 2.000 euro.
Le Associazioni Donne fuori dal Comune, Paesaggi Narranti, Rinascimento 3.0, Ombra, Circolo Occhi Verdi Legambiente Pontecagnano, Blog i Volti di Cassandra, Centro Commerciale Naturale Pontecagnano C’entro hanno richiesto al Primo Cittadino ed alla sua squadra di governo un provvedimento atto ad eliminare o a ridurre al minimo l’Iva sui prodotti igienici femminili, contribuendo così a ridurre le diseguaglianze di genere che ancora resistono in Italia. Tale iniziativa assumerebbe un’importanza ancora più grande in questo difficile momento legato alla pandemia, in cui sono proprio le donne ed i giovani a pagare di più le conseguenze. Tutto dovrebbe essere attuato dalla Farmacia Comunale per poi estenderla, attraverso una campagna di sensibilizzazione, alle altre Farmacie del territorio ed agli altri negozi e supermercati che vendono detti prodotti.
Riconoscere il carattere di essenzialità dei prodotti sanitari per il ciclo mestruale è una battaglia di civiltà. Per ogni donna costituiscono un bene essenziale e necessario ma – ingiustamente – molto costoso. Il far gravare il loro costo interamente sulle donne, tassandoli come se fossero beni di consumo di cui si possa fare a meno, è espressione di una cultura che del ciclo mestruale parla poco e niente e, quando lo fa, spesso si nutre di toni derisori e, talvolta, addirittura denigratori. Quella stessa cultura che perpetra una differenza salariale tra uomini e donne, che pone ancora le donne di fronte alla scelta tra maternità e carriera e che ancora guarda alle differenze di genere come a giustificazioni per troppe discriminazioni.