Con le ultime restrizioni imposte da Governo e Regione Campania, il peso della profonda crisi economica e sociale, acuita dalle misure adottate per contrastare l’emergenza sanitaria, sta per ricadere, ancora una volta, sulle spalle delle famiglie, dei lavoratori e delle lavoratrici, delle nuove generazioni, già fortemente precarie. Sono queste, infatti, le soggettività che pagheranno la chiusura di scuole, teatri e attività commerciali, la sospensione delle attività sanitarie di base, l’inefficienza dei trasporti pubblici. L’aggressivo terrorismo mediatico di De Luca, inoltre, incentrato sulla colpevolizzazione del cittadino, soprattutto se giovane, non è altro che una maniera maldestra di nascondere le inefficienze e la malagestione dell’emergenza Covid da parte della Regione Campania: a distanza di oltre 6 mesi dal primo lockdown, le istituzioni regionali non sono state in grado di evitare una nuova chiusura, condannando i nostri territori al fallimento. Il mondo del commercio salernitano chiede dunque un reddito per tutt* quelli che questa crisi non la possono pagare: lavoratori e lavoratrici a nero, lavoratori autonomi, piccoli commercianti, precari/e, operatori della cultura e dello spettacolo, disoccupati/e; assunzione immediate di personale sanitario (medici, infermieri, Oss) e ingenti investimenti nella sanità pubblica (posti letto, macchinari) per evitare il collasso di ospedali e distretti sanitari di base; la riapertura delle scuole e il ripristino della didattica in presenza perché una regione che non garantisce il diritto all’istruzione è una minaccia ai tantissimi student* che vengono deprivati di un tassello fondamentale della loro crescita; il potenziamento del sistema di trasporto pubblico, per garantire gli spostamenti delle persone senza il rischio di pericolosi assembramenti; la riapertura di Teatri, centri e circoli culturali. Lavoratori e lavoratrici del mondo dello spettacolo e della musica pagano come tutte le altre categorie, se non peggio, una colpa che non è attribuibile a loro. Luoghi di cultura e socialità sono anche luoghi di lavoro e reddito e per di più non sono stati veicolo di contagio in questi ultimi mesi.
Per rivendicare tutto questo, venerdì 30 ottobre a partire dalle ore 17 in piazza Amendola si terrà un presidio dove invitiamo tutte e tutti a partecipare con cartelli, striscioni, strumenti musicali e oggetti di scena e del mestiere per teatranti e operatori, pur sempre nel rispetto delle regole di sicurezza sanitaria (mascherine e distanziamento fisico). Perché la piazza non accoglie le idee negazioniste, complottiste, fasciste e no-mask.