Di Erika Noschese
“Una mazzata”. Così Osvaldo Casalnuovo commenta la decisione della Cassazione dopo la morte di suo figlio Massimo. I giudici della Corte Suprema hanno rigettato il ricorso della parte civile, confermando in maniera definitiva l’innocenza del maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo.
Nella giornata di ieri, infatti, al termine della discussione, il Pubblico Ministero ha chiesto l’accoglimento del ricorso e l’annullamento della sentenza emessa dalla Corte di Salerno. Nella tarda serata di ieri la sentenza della Cassazione: la corte suprema ha deciso di rigettare la richiesta del pubblico ministero. “Non sappiamo cosa fare, abbiamo valutato l’ipotesi di ricorrere alla Corte dei diritti Umani ma non sappiamo, abbiamo tutti contro”, ha dichiarato papà Osvaldo, profondamente scosso dalla sentenza della Cassazione. Una decisione che nessuno si aspettava, che avrebbe potuto cambiare il percorso di un processo durato nove anni ma, ancora oggi, giustizia non è stata fatta e tra gli amici di Massimo esplode la rabbia. Il giovane Casalnuovo perse la vita nel 2011 a Buonabitacolo in seguito ad un incidente, dovuto ad un inseguimento per non essersi fermato ad un posto di blocco dei Carabinieri. Era a bordo del suo motorino, cadde e morì nell’impatto con l’asfalto. Per l’accusa il carabiniere avrebbe sferrato un calcio facendo cadere il giovane.