In questi ultimi giorni, nostro malgrado, e con non poco stupore, stiamo assistendo ad un estenuante scarica barile sull’assunzione delle proprie responsabilità da parte di qualche ASL, in merito alla volontà e all’interpretazione del D.D. n. 83 del 09 aprile 2020, sul quale, tra l’altro, qualche giorno fa la stessa Regione ha chiarito ed esplicitato nettamente il Suo parere richiamando i Direttori Generali delle ASL alla sua applicazione. Continuiamo inoltre ad apprendere quotidianamente, anche a mezzo stampa, di interventi della Corte dei Conti e ancor di più, che il frutto di questo decreto sarebbe stato quello di accordi fatti nelle segrete stanze della Regione. E’ necessario fare chiarezza: Il D.D. n. 83 è frutto di una concertazione tra i vertici politici, con la presenza del consigliere del Presidente per la sanità, tecnici della Regione, alcuni rappresentanti delle ASL e le Associazioni di Categoria più rappresentative dei comparti della riabilitazione e del socio-sanitario ed ha avuto, sin dal primo momento, il primario intento di una riorganizzazione dei servizi ad un mese dalla totale chiusura delle strutture e di una difficile e per niente scontata ripartenza, per andare incontro unitamente alle istituzioni, alle pressanti esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie che, forse più di altri, stavano subendo il periodo del lockdown senza intravedere all’orizzonte una via d’uscita Il D.D. n. 83 aveva anche un altro primario obiettivo, quello di scongiurare il mortificante ricorso agli ammortizzatori sociali non solo per tutti i nostri dipendenti ma anche per quei collaboratori dove non erano applicabili gli ammortizzatore sociali; e da ultimo e non ultimo, tutte le strutture hanno avuto, liberamente, il tempo e la facoltà di scegliere se aderivi o meno. Oggi con grande soddisfazione possiamo affermare che l’adesione libera e democratica è avvenuta in maniera massiccia, sottoscrivendo un regolare atto di adesione e soprattutto con l’impegno degli stessi accreditati a rinunciare a qualsivoglia ammortizzatore sociale, pur consapevoli delle enormi difficoltà che si sarebbero incontrate nei mesi successivi. Noi, lo gridiamo a testa alta, abbiamo fatto tutto ciò nella piena consapevolezza e, soprattutto e nella massima trasparenza; aderendo a “Campania riparte” abbiamo deciso l’unica cosa giusta per le nostre persone con disabili, “Loro” non potevano stare chiusi in casa, “molti di loro” non capivano bene cosa stava succedendo e noi ci siamo innanzi tutto presi la responsabilità di riaprire con tutti i rischi immaginabili ; e per questo non accettiamo di passare né per carbonari e né per chi ha sottoscritto accordi di comodo e non leciti. Sta di fatto che, ad oggi, dopo gli enormi sacrifici sostenuti, nessuna struttura ha ancora ricevuto i pagamenti di tutte le mensilità oggetto del Decreto; e a causa di volgari speculazioni che a noi non appartengono, oggi rischiano di far collassare l’intero sistema che, in un momento drammatico, ha fatto una scelta di campo, quella di stare con le nostre persone con disabilità, vicino alle loro famiglie e dalla parte delle istituzioni e dei lavoratori.