Il Sud protagonista attivo dello sviluppo del Paese Italia. Da “Mezzogiorno in Progress”, cantiere di progettazione, di azione e di pensiero fondato sul concetto di network, nasce il primo documento programmatico per la ripresa dell’Italia e del Sud in una visione unitaria e integrata, diffuso in concomitanza con gli Stati Generali convocati dal Governo italiano.
Un ampio parterre di sottoscrittori per il documento. Non una task force, ma una libera unione di professionisti, tra cui l’Osservatorio Banche Imprese di Economia e Finanza (O.B.I) di Bari insieme all’Alleanza Istituti Meridionalisti (A.I.M), enti ed associazioni, tra cui “AssoMiMe Associazione Mezzogiorno, Italia, Mediterraneo, Europa”, presieduta dal dottor Luigi Snichelotto, promotore per la Regione Campania, insieme al segretario generale AssoMiMe prof. Francesco Saverio Coppola.
“Il Mezzogiorno diventa motore propulsore per l’implemento di nuove strategie di espansione e di avanguardia economica – sottolinea il presidente AssoMiMe Luigi Snichelotto – L’idea del documento si fonda su temi di sviluppo integrato inseriti in un contesto più ampio, che dal meridione si allarga e si protende verso lo scenario nazionale ed europeo. In sinergia con le parti sociali, scevro da qualsiasi politica assistenzialista. Così nasce il ‘Cantiere Mezzogiorno’, un network aperto a tutte le collaborazioni scientifiche e professionali e alle esperienze che possano contribuire ai processi di sviluppo. Un nuovo paradigma economico virtuoso, teso alla coesione”.
IL DOCUMENTO E LE 6 PIATTAFORME
La proposta programmatica dal titolo ambizioso “Il miracolo prossimo venturo dell’Italia? Passa dalla ‘locomativa’ Mezzogiorno”, si propone di trasformare il sud in un motore, una locomotiva appunto, attraverso la creazione e il collegamento delle 6P, ovvero sei piattaforme: produttiva, logistica, scientifico-tecnologica, finanziaria e creditizia, della conoscenza e della coesione sociale. Un’analisi dettagliata che inserisce lo scenario italiano inglobato in una visone europea, in una prospettiva degli “Stati Uniti d’Europa”. A fare da premessa al documento focus specifici, strutturati in capitoli, su derive sociali, caduta della coesione e rischio deflagrazione, necessità di superamento del Digital Divide per unire il Paese, emergenze rese evidenti dalla crisi da coronavirus, con soluzioni verso un’autonomia di sviluppo.
Un’innovativa idea di sviluppo per un new deal italiano, con un piano di riforme economiche e sociali, non frutto di negoziati territoriali, in cui ogni area geografica si identifichi e si riconosca come parte del tutto, in termini di diritti e di doveri.
“L’Italia ha bisogno di un secondo miracolo per uscire dall’angolo in cui si è cacciata da oltre tre decenni – sottolinea il Cantiere – Un debito pubblico colossale che viaggia ormai verso il 150/160% del PIL, una disoccupazione strutturale bloccata oltre il 10% (che si innalza al 20% a Sud), una caduta del PIL a due cifre per effetto dell’epidemia, un’evasione ed un’elusione record, un sommerso diffuso. Serve un miracolo, come nel dopoguerra, ma di natura diversa. Allora fu il Nord a fare il miracolo sia pure con le braccia del sud. Adesso il miracolo lo può fare il Sud! Mettendo in moto le energie trascurate, disperse, mai attivate. In questa parte del Paese si possono e si debbono attivare dai 3 ai 4milioni di posti di lavoro per raggiungere i livelli occupazionali del nord. Vi sono condizioni e prospettive, scenari geopolitici ed economici mondiali lo consentono, anzi lo sollecitano”.
Nuove direttrici di crescita mondiale corrono sempre di più da est ad ovest ed incrociano quelle nord-Sud: il Mediterraneo è l’incrocio naturale, è la piattaforma su cui convergono.
“L’Italia è ormai al bivio – si legge nell’incipit dello studio – Il Paese si dibatte tra stagnazione, caduta della produttività, rallentamento della capacità di investire ed innovare. Sul versante pubblico, l’inefficienza amministrativa, la produzione eccessiva di norme, la vischiosità fiscale, la lentezza della giustizia hanno acuito la problematicità di un contesto che ha finito per riflettersi sulla mancata modernizzazione dell’Italia. Ne è scaturita un’abnorme dilatazione del sommerso, un’evasione fiscale fuori controllo alimentata anche dalla elusione cui si è andata sommando la proliferazione dell’illegalità, della corruzione e l’inaridimento dei flussi di investimenti internazionali. Una dualità territoriale Nord-Sud divenuta sintesi dei ritardi del Paese. Ne è scaturita la rassegnazione alla dimensione assistenziale, la proliferazione delle rendite parassitarie, il consolidamento delle disuguaglianze nelle aree arretrate del Mezzogiorno, concentrando gli investimenti nella parte più produttiva del Paese ed il convincimento di questa di poter fare a meno del Sud. Servono strategie di cui il Mezzogiorno è il motore”.