Questi ultimi mesi sono stati difficili un po’ per tutti, ma per alcuni in particolare sono stati un vero e propria dramma. Il lockdown ha messo a dura prova una grandissima fetta della popolazione già vittima, da molto prima della comparsa del Covid-19, delle tante carenze istituzionali: parliamo soprattutto delle mancate tutele e garanzie sui posti di lavoro, dell’assistenza sanitaria pubblica gravemente compromessa dai continui tagli compiuti dai governi delle ultime decadi, del diritto alla casa per nulla assicurato.
Tante persone, anche della nostra città, si sono trovate completamente fuori dallo Stato di diritto, perché se nel nostro paese la normalità è lavoro nero, sfruttamento e arrangiare come si può per far arrivare l’affitto al padrone di casa, durante la chiusura obbligatoria di tutte le attività a causa dell’emergenza sanitaria è stato impossibile fare la spesa, sostenere la propria famiglia e riuscire a pagare il canone di locazione a fine mese.
Per questo motivo Spazio Pueblo, laboratorio di pratiche politiche e sociali nato 5 anni fa da un gruppo di studenti e amici proprio con l’obiettivo di rimettere al centro gli interessi delle classi popolari, ben consci dei veri bisogni e necessità dei cittadini, ha deciso sin dall’inizio del lockdown di avviare la ‘spesa solidale’, un aiuto concreto alle famiglie di Cava che in questi mesi sono state maggiormente colpite. Attraverso una raccolta fondi e grazie al sostegno delle tante persone che hanno donato e si sono rese disponibili come volontari e volontarie per fare la spesa e consegnare i pacchi, siamo riusciti a raccogliere un totale di 1500 euro per l’acquisto di beni di prima necessità, consegnati a chi si è rivolto a noi, in quanto lasciato totalmente solo di fronte a tale emergenza che ha inevitabilmente portato a galla tutte quelle problematiche sociali ed economiche che il Governo del nostro paese continua a non affrontare in maniera adeguata, lasciando un vuoto penoso che solo la solidarietà dal basso e le attività mutualistiche hanno potuto colmare.
Sebbene la cifra non permettesse una distribuzione abbondante e duratura anche per il periodo della ‘’fase 2’’, con l’aiuto di 47 volontari siamo riusciti ad effettuare 295 consegne destinate a 97 nuclei familiari.
Non dimenticheremo mai i volti e la gratitudine delle quasi 400 persone a cui abbiamo prestato quell’aiuto, anche se minimo, che in questa situazione si è rivelato l’unica alternativa possibile.
Nel nostro piccolo abbiamo cercato di dimostrare quanto sia facile, una volta individuate le criticità sociali e politiche, portare un semplice aiuto materiale e soprattutto sensibilizzare le persone ad unirsi insieme per poter organizzare un vero e proprio fronte di lotta per i diritti di tutti e tutte, a cominciare da quelli dei più deboli e vulnerabili.