«I rimpatri degli italiani all’estero pagati a caro prezzo dai cittadini». A denunciarlo il Codacons Campania, attraverso una nota a firma dell’avvocato Matteo Marchetti, spiegando l’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europa che non avrebbe richiesto l’accesso ad un fondo Ue di protezione civile per mitigare i costi. Il Codacons Campania ha dunque diffidato il ministero degli affari esteri presentando anche un esposto alla Corte dei Conti per accertare un eventuale danno all’erario. Di fatti, il Ministero degli Affari Esteri in una nota dell’11.5.2020 dichiarava che “la Farnesina, anche attraverso la rete estera di Ambasciate e Consolati, continua a lavorare senza sosta per garantire il rimpatrio, in piena sicurezza, di tutti i connazionali rimasti bloccati all’estero durante la pandemia. Dall’inizio dell’emergenza sono rientrati in Italia con l’assistenza del Ministero oltre 79mila connazionali da 117 Paesi, grazie a più di 700 operazioni aeree, marittime e terrestri”. Eppure il Codacons, nel corso di queste settimane, ha ricevuto molteplici lamentele e denunce da parte di cittadini che in occasione dei rimpatri in Italia, oltre che essere costretti a lunghissime attese – talvolta durate mesi -, hanno dovuto affrontare ingentissimi esborsi per l’acquisto dei titoli di viaggio, con costi dei biglietti aerei di gran lunga superiori al prezzo di mercato. «Le lamentele dei cittadiniono fondate, soprattutto se consideriamo che le stesse istituzioni dell’Unione europea hanno sottolineato come il Ministero degli Esteri italiano, a differenza di altri Stati membri, non abbia attivato per i rimpatri dei cittadini italiani il Meccanismo UE di protezione civile, il cosiddetto Upcm», ha dichiarato il presidente del Codacons Campania, Matteo Marchetti. «L’inspiegabile mancata attivazione del meccanismo eurounitario – precisa l’avvocato Pierluigi Morena dell’ufficio legale dell’Associazione – determina spese insostenibili per gli italiani rimpatriati, con rincaro dei biglietti aerei del 200%».