Attenzione alta sul futuro dello stabilimento Maccaferri di Bellizzi. La deputata Anna Bilotti ha raccolto le preoccupazioni dei lavoratori, che questa mattina hanno tenuto un incontro sindacale con l’azienda, e intraprenderà nei prossimi giorni le iniziative più opportune in sostegno della salvaguardia dei livelli occupazionali. «È mia intenzione tenere al più presto un incontro con gli operai – annuncia la parlamentare del Movimento 5 Stelle – Seguirò passo per passo l’evolversi di questa delicata vertenza, che mette in allerta non soltanto i 70 lavoratori dell’opificio ma l’intera comunità».
Da quanto si è appreso, lo storico marchio specializzato in ingegneria ambientale, a causa di una situazione finanziaria precaria, ha accettato la proposta di finanziamento di un gruppo di investitori internazionali che vede come soggetto centrale il fondo Carlyle, guidato in Italia da Marco De Benedetti. Gli investitori consentono con il loro finanziamento un piano di salvataggio, a fronte dell’emissione da parte della società di un prestito obbligazionario che dovrebbe condurli al controllo dell’azienda. Nell’attesa che si perfezioni il nuovo assetto societario i segnali che pervengono ai lavoratori sono tutt’altro che confortanti: oltre alla conferma della vendita del suolo dove opera lo stabilimento di Bellizzi, sembra vi sia il rischio di un ridimensionamento delle attività in mancanza di commesse idonee a sostenere la capacità produttiva. Alla luce di tutto ciò i lavoratori ritengono del tutto insufficienti le rassicurazioni fornite dalla vecchia proprietà sul loro futuro.
«L’intervento di uno dei fondi di investimento più importanti al mondo sta a testimoniare che c’è ancora interesse verso la manifattura made in Italy – commenta la deputata Bilotti – Alla luce però dei troppi esiti nefasti di un capitalismo finanziario che prima compra con le migliori intenzioni e poi taglia posti di lavoro è assolutamente necessario tenere gli occhi aperti, nell’interesse di una comunità intera e del proprio diritto al lavoro. Ho potuto toccare, anche in altre vertenze, la fragilità del tessuto imprenditoriale della nostra provincia, soprattutto per quanto riguarda la produzione industriale. Anche per questo, ogni segnale potenzialmente foriero di nuove tensioni occupazionali va seguito con la dovuta attenzione».