di Erika Noschese
E’ polemica a Pontecagnano Faiano dopo la decisione del sindaco Giuseppe Lanzara di firmare i buoni spesa, l’aiuto concesso dai singoli Comuni d’Italia per aiutare le famiglie più bisognose in questa fase di emergenza, grazie all’intervento del governo centrale. “La vita è anche una questione di stile. Manco Achille Lauro il Comandante,l’inventore dei pacchi di pasta elettorali, era arrivato a tanto. Ma il Sindaco di Pontecagnano ha consegnato i buoni alimentari con in calce la sua autorevole firma”, ha dichiarato Ugo Carpinelli, ex sindaco di Giffoni Valle Piana. “Forse vuole che i Cittadini ricordino tanta beneficenza – ha poi aggiunto Carpinelli – Questa è la nuova classe dirigente:a noi hanno insegnato che la solidarietà si fa in silenzio,con discrezione ed umanità. Nessuna Legge prevede la Firma del Sindaco in calce ai buoni alimentari”.
A sollevare la polemica anche un cittadino di Pontecagnano, Matteo Maria Zoccoli: “Venerdì mattina nella mia città sono stati consegnati, come in molte altre città d’Italia, chi prima e chi dopo, i “buoni spesa”. Quelli finanziati dall’ordinanza della Protezione Civile. Quei famosi 400 mln di euro immediatamente disponibili per tutti i Comuni d’Italia per far fronte all’emergenza nella sua declinazione sociale, per permettere a tutti quelli in difficoltà di ricevere delle risorse per la “solidarietà alimentare”. Non avendo diritto ai “buoni spesa”, mi sono comunque interessato a come/quando/perché questi venissero distribuiti. Perché ? perché a me piace spulciare l’albo pretorio del mio Municipio e perché credo che tutti i cittadini dovrebbero occuparsi della propria comunità, giudicando l’operato di chi ci governa. Ho trovato intelligente riuscire ad emetterli il venerdì prima di Pasqua, in modo da consentire ai tanti richiedenti quantomeno un immediato ristoro prima della festa, ma ho subito trovato inopportuno e per questo le scrivo, la firma del Sindaco Giuseppe Lanzara sul buono spesa”, ha dichiarato, attaccando il primo cittadino per la decisione di firmare i buoni spesa consegnati alla cittadinanza. “Potrei scrivere pagine e pagine del perché quella firma per me ha significato tradire il mandato popolare, sfruttare la propria posizione per fare carriera ed accreditarsi, soprattutto tra le fila di persone oggettivamente in difficoltà, quale salvatore.
Ci sarebbero tanti modi di coniugare l’inopportunità di questo gesto, tutte portano al sunto che, nella migliore delle ipotesi, è stata una assoluta caduta di stile. Questo tipo di mossa me la sarei aspettata da un politico compassato e non da un uomo di 37 anni al suo primo mandato e che potrebbe davvero, se solo lo volesse, portare una rivoluzione copernicana in un sistema politico marcio – ha poi aggiunto Zoccoli – Quella firma diceva per me, che forse sbaglio anzi spero vivamente di sbagliarmi, “ QUESTO BUONO SPESA E’ DA PARTE DEL SINDACO”. Sarò marcio io a pensare che questa cosa non andava fatta ma recuperando tutta una serie di esempi nei vari comuni dove ho amici, parenti, conoscenti mi sono rassicurato nel mio sdegno. Nessuno, nessun Sindaco di quelli che ho visto io, hanno avuto l’ardire di firmare il buono spesa”. Da qui l’appello al sindaco Lanzara: “qualora quella firma sia stata una svista, un errore allora la prego mi corregga e mi dica che lei con il suo staff saprà porre più attenzione a queste cose. Perché in politica è anche questione di forma e se si vuole lanciare, come credo, in una sfavillante carriera politica regionale/nazionale, avrà bisogno della capacità di ammettere una svista o meglio ammettere l’intempestività delle proprie azioni. Scrivo soprattutto perché intimamente vorrei che qualcuno leggendomi sviluppasse la voglia inarrestabile di rispondermi”.