di Erika Noschese
Dopo l’emergenza sanitaria riparte, ma lontano da qui. Una battaglia giudiziaria che si è conclusa con l’assoluzione con formula piena perchè il “fatto non sussiste”.
Gerardo Cerra, architetto e responsabile dell’ufficio tecnico in servizio presso vari comuni della Piana del Sele ha potuto mettere il punto definitivo, dopo un’odissea iniziata ben 8 anni fa, a suon di denunce.
Tutto inizia da Montecorvino Pugliano quando “l’opposizione pensa di poter fare politica con le querele”. “Ero stato additato come il capo della criminalità organizzata nei Picentini”, ha dichiarato Cerra ripercorrendo le tappe del suo lavoro a Montecorvino Pugliano, fino ad una serie di procedimenti giudiziari. “Per me è stato uno stillicidio”, ha aggiunto.
L’ultimo procedimento penale si è concluso il 20 febbraio, unica volta in cui – per essere assolto – è stato necessario ricorrere alla Cassazione perchè aveva avuto una condanna, in primo e secondo grado, per abuso d’ufficio. La motivazione era un piano casa che “era e rimane legittimo e nessuno ha mai posto in discussione il mio lavoro – aggiunge l’uomo – Non so perchè il pm abbia montato questo abuso d’ufficio, è assurdo”. L’architetto ha iniziato a lavorare nel 2006 mentre il piano casa lo ha rilasciato nel 2012 e la legge era del 2009.
“Il fabbricato, in tutto questo, era stato realizzato nel 2002 quando io ero altrove e secondo il pm c’era una logicità di eventi che avrei seguito, arricchendo illecitamente non so chi, non conosco neanche la proprietaria”. Un danno, non solo anche a livello economico ma anche e soprattutto psicologico. “Al di là dell’assoluzione, la condanna in primo grado era di 8 mesi, non sarei comunque andato in galera ma per effetto della Legge Severino ho dovuto scontare il doppio della pena in primo grado, con la revoca delle funzioni dirigenziali”.
Cerra infatti, nei comuni al di sotto dei 15 mila abitanti, ha potuto svolgere lavoro dirigenziale e la legge Severino lo impedisce, in caso di condanna in primo grado. “Un danno economico ma è uno stillicidio proprio a livello psicologico”, ha aggiunto l’architetto Cerra. Ora però è tempo di ripartire. Dopo l’emergenza Coronavirus Gerardo Cerra andrà a lavorare al Comune di Centola “perchè non voglio più stare qua”, taglia corto. E poi un pensiero per chi, invece, ha sempre creduto nella sua buona fede senza mai lasciarlo solo. “Voglio ringraziare i miei amici, colleghi e amministratori per l’affetto e la vicinanza mostratami in questi frangenti ma che in realtà non mi hanno mai fatto mancare – ha detto Cerra – E un ringraziamento particolare al mio legale professor Avvocato Giuseppe Della Monica per la bravura, la tenacia la disponibilità e la fiducia nei miei confronti”.