Alimenti scaduti nel pacco alimentare concesso alle famiglie in difficoltà. A denunciarlo Monica Riccio, una donna di Pontecagnano Faiano che, attraverso i social, racconta la sua disavventura. “Ho ricevuto una comunicazione dal nostro sindaco per avere alimenti. E’ stata una bella iniziativa ma c’è sempre un però – racconta la donna – Mi hanno portato, ieri, pasta, brioches, frutta, tonno, olio. E io sono sempre una persona che controlla sempre la data di scadenza. Due pacchi di brioches scaduti”, racconta la donna che non risparmia accuse agli organi interessati. “Voi mangereste pasta andata a male?”, si chiede la donna denunciando che anche la pasta era andata a male. “Non esiste, questo non significa aiutare ma distruggere e non posso dare cibo scaduto ai miei figli”. La donna racconta inoltre di essere disoccupata ma di avere anche le spese per l’affitto di casa e “signor sindaco Lanzara non so se lei è al corrente di questa situazione ma date cibo non scaduto alle famiglie che volete aiutare”.
Immediata la replica di Roberto Tuorto, direttore del Banco Alimentare Campania. “Una organizzazione fatta da tanti volontari (a quanto pare considerati criminali?) che gratuitamente danno il loro tempo per recuperare prodotti da distribuire alle persone come lei. O meglio per donare gratuitamente questi prodotti a persone bisognose. Non spendiamo soldi pubblici per fare la spesa, non intaschiamo soldi pubblici per arricchirci. Chiediamo solo alle aziende di donare le eccedenze alimentari (che non sono riuscite a vendere) perché possano aiutare chi vive nel bisogno.
Chiediamo piccoli contributi per pagare la benzina dei furgoni con cui facciamo il ritiro presso queste aziende e poi portiamo il cibo in tutti i comuni della Campania. Sa, i furgoni non si spostano senza benzina. Per il resto, gratuitamente riceviamo e gratuitamente doniamo”, ha dichiarato il direttore che sottolinea come la data di scadenza sia relativa solo ai prodotti freschi. I prodotti a lunga conservazione (compreso le merendine che ha ricevuto) hanno sulla confezione il “preferibilmente entro” e, per legge, possono essere consumati tranquillamente anche dopo tale data. Peraltro c’è proprio la proroga dell’azienda produttrice che la rassicura. “A quelli che scrivono: è successo altre volte… rispondo: certo!!! E succederà ancora. Perchè questo è il nostro lavoro e perchè la legge lo consente.
Infatti è arrivato per tutti, anche per noi e vista la crisi che arriverà, il tempo di evitare che prodotti buoni vengano considerati scaduti… come per “ignoranza” (nel senso non offensivo ma letterale del termine) ha fatto lei e tanta gente che ha commentato con altrettanta rabbia questo suo video. Anche se avesse comprato queste merendine due mesi fa e, lasciate nella credenza, dopo qualche mese avrebbe verificato il superamento della data, non andrebbero buttati ma consumati tranquillamente. Va fatto da tutti noi. Per evitare lo spreco e salvare cibo buono dall’ambiente”, ha poi aggiunto Tuorto che rivendica l’impegno quotidiano contro lo spreco e contro la fame cercando di evitare proprio quello che lei ha fatto: considerare prodotti ancora ottimi come prodotti “scaduti”.
E poi si difende dalle accuse: “Ad ogni modo ci dispiace che con questo suo video ha mandato in un istante alla malora con rabbia e irriconoscenza tutto il lavoro che gratuitamente facciamo per portare, anche nella sua casa, quello che recuperiamo. I soldi, a cui fa riferimento qualche altro scienziato che ha commentato il suo video, arriveranno dal Governo e saranno dati direttamente alle famiglie per la spesa e non certo al Banco Alimentare che non mangia e non ha mai mangiato i soldi di nessuno.
Vede, mentre lei fa i suoi video, io e tanti miei amici volontari rischiamo in questo momento la vita a girare per aziende e supermercati con guanti e mascherine per far arrivare il cibo anche a lei, mettendo a repentaglio anche i nostri cari quando torniamo alle nostre case. Lo fanno anche gli amministratori e i volontari impegnati nella distribuzione che magari potrebbero anche loro stare al riparo nelle loro case”. E ancora: “Se fosse per la sua ingratitudine, sicuramente non ne varrebbe la pena. Ma non lo facciamo per vanagloria. Sappiamo che il nostro tentativo è del tutto insufficiente. Ormai siamo tutti abituati a criticare. Vede, se anche nostro figlio scrive dieci parole su una pagina e una la sbaglia, il nostro occhio va sempre su quella sbagliata. Non sulle nove scritte bene. Siamo fatti così. Anche lei infatti, su 20 prodotti ricevuti è andata in escandescenza per un prodotto non “scaduto” ma che aveva superato il TMC e su sei carciofi. Tutto il resto non conta. Certo se fosse andata al supermercato e li avesse comprati manco faceva il video. Andava al supermercato a farseli cambiare. Se riceviamo qualcosa in regalo, cioè gratuitamente, almeno per educazione diciamo grazie e poi magari, se il regalo non ci è piaciuto, lo mettiamo da parte”, ha poi aggiunto il direttore del Banco Alimentare.
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