“No alla casta della demagogia”: è lo slogan di Più Europa che ieri mattina è scesa in piazza per ribadire il no al taglio dei parlamentari. Il prossimo 29 marzo, infatti, gli italiani sono chiamati al voto per il referedum confermativo: il Movimento 5 Stelle chiede a gran voce il taglio dei parlamentari e tra quelli che si oppongono anche Più Europa Salerno.
Presenti al banchetto il vice segretario di Più Europa Piercamillo Falasca, la vice presidente del partito Alessandra Senatore ed il tesoriere del gruppo locale Fabio Buoninconti. «Quasi nessuna forza politica ha il coraggio di battersi contro il taglio dei parlamentari, la riforma populista che colpisce, senza alcuna razionalità, la rappresentanza democratica nel paese, cambiando solo il numero dei parlamentari, senza ritoccare assetto costituzionale, bicameralismo perfetto, norme e regolamenti parlamentari e legge elettorale – dichiarano dalla sezione di Salerno del partito guidato a livello nazionale da Benedetto Della Vedova – Eppure il 29 marzo gli italiani saranno chiamati a votare per il quarto referendum costituzionale della storia repubblicana. Dietro questa misura demagogica di voler ridurre il personale politico non c’è un’idea di riforma dello Stato ma la rincorsa al piano di marketing grillino di distruzione dello stato di diritto italiano, privilegiando click ed incompetenza, rendendo impossibile lo svolgimento e il corretto funzionamento delle Camere».
Gli animatori del banchetto, tra i quali anche Antonluca Cuoco (membro dell’associazione Alleanza Liberaldemocratica per l’Italia), hanno avuto modo di parlare con numerose persone e curiosi. «Qualunque modifica del numero dei parlamentari non può che essere contestuale o successiva alle altre modifiche costituzionali riguardanti il ruolo e il funzionamento delle camere – hanno poi aggiunto – In caso contrario, il taglio dei parlamentari prospettato dalla legge di revisione costituzionale attualmente in discussione in Parlamento non costituirebbe una riforma, ma una vera e propria mutilazione della Costituzione, priva di un quadro di coerente adeguamento del sistema».